La7 occhi dolci a M5S. Ipotesi: Cairo vuole un po’ di canone o pubblicità Rai

di Riccardo Galli
Pubblicato il 18 Settembre 2017 - 10:07 OLTRE 6 MESI FA
La7 occhi dolci a M5S. Ipotesi: Cairo vuole un po' di canone o pubblicità Rai

La7 occhi dolci a M5S. Ipotesi: Cairo vuole un po’ di canone o pubblicità Rai

ROMA – La7 occhi dolci a M5S. Questo è un fatto. Non un megafono, tanto meno uno scendiletto di Grillo, Di Maio e del Movimento. No, questo proprio no e neanche sono rintracciabili elementi di M5S come “editore di riferimento” come lo fu con precisa dizione di Vespa la Dc per la Rai. Ma occhi dolci a M5S si vedono e si ascoltano in tutta la vasta programmazione informativa del La7.

Non che vi sia nulla di male, tanto meno di illecito. E’ una libera, legittima e rispettabile scelta. Magari un appunto di ipocrisia si può muovere al fatto che la scelta degli occhi dolci a M5s esplicitamente e massicciamente praticata viene però negata. La scenetta di La7 telegiornale, rubriche e programmi informativi che si ritraggono come fanciulle pudibonde di fronte alla constatazione dei loro occhi dolci…ecco questa magari è tanto scontata quanto, diciamo, d’occasione.

Occhi dolci a M5S fa tutta la narrazione e sceneggiatura dell’informazione La7: protagonista fisso di ogni vicenda è sempre un potere cattivo, occulto o in qualche modo ottuso. Che è responsabile non tanto e non solo del guaio o problema di cui si sta parlando, ma soprattutto è responsabile della sua non soluzione. Soluzione che sarebbe se non proprio a portata di mano comunque agibile se solo, chissà perché, il suddetto potere non si opponesse o fosse in grado di capire e fare.

Simmetricamente l’altro protagonista fisso di ogni vicenda, oltre al potere che per natura sbaglia, intralcia, offusca e nasconde, è un buon senso risolutore che “la politica” non possiede e non ascolta.

Politica che viene rappresentata come in perenne stato di fibrillazione a suggerire, documentare uno stato pre e post agonico della vita pubblica su cui però ci si sofferma con meticolosità e gusto da dissezionatori in sala settoria (nulla esalta e diverte la professionalità dei Mentana o Gruber più dell’esegesi della frase del politico, ci scavano dentro con la dedizione dei sette nani in miniera e le appuntano con spilli nel notiziario con passione da entomologo).

Il tutto è fatto con eleganza e senza cadute di stile, La7 che fa gli occhi dolci a M5S è una signora per bene. Non ammicca, non ancheggia. Dolcemente si segnala disponibile alla seduzione. Non di tutti ovviamente. L’informazione La7 bastona con fermezza e costanza tutto ciò che sa di Pd. Appena uno sguardo distratto a ciò che è a sinistra del Pd. Cordiale con Berlusconi come lo si è con una simpatica conoscenza di un tempo passato. Arcigna con Salvini. Corriva, ma una volta ogni morte di papa, con la Meloni.

Costante, quotidiano è invece il dialogo, l’interlocuzione, il confronto della informazione La7 con M5S. Non tanto i suoi uomini e donne, quanto la sua cultura. i suoi temi, la sua ideologia. Libera e rispettabile scelta di cui, volendo, si potrebbe ricostruire genesi, fenomenologia e percorso. Tutti genuinamente e rigorosamente giornalistici e culturali: il “delusismo di sinistra” più l’anti sistema a prescindere canone dell’informazione dagli inizi degli anni ’90, più l’interpretazione molto italica del ruolo del “cane da guardia” dell’informazione che quasi sempre e quasi per istinto e tradizione si sostanzia dell’abbaiare forte contro il potere che c’è facendo appunto gli occhi dolci al potere che arriva.

Come che sia, gli occhi dolci de La7 a M5S sono un fatto. E fondata ipotesi è che questi occhi dolci siano tutta farina del sacco, giornalistico e culturale, di direttori, conduttori, redazioni.

Altra ipotesi, alquanto dietrologica, viene affacciata su Business Insider da Giuliano Balestreri. L’ipotesi è che Urbano Cairo editore del La7 oltre che del Corriere della Sera oltre che ovviamente della Cairo Edizioni, faccia gli occhi dolci a M5S aspettando un ritorno quando sarà M5S a dare le carte del governo. Il ritorno sarebbe, secondo Balestreri, una quota del canone Rai o della pubblicità che va in Rai.

Canone Rai, 1,9 miliardi. Effettivamente non è insolito ascoltare, anzi lo si sente spesso dire, un Mentana che rivendica un servizio pubblico svolto da La7. E servizio pubblico fa scopa con canone. Che a La7 si sentano quasi in diritto di avere anche loro un po’ del canone Rai non è certo invenzione.

E un po’ di canone Rai potrebbe arrivare a La7 solo con un governo che fa legge apposita, un governo proprio tutto nuovo, tipo M5S. O, non fosse canone direttamente, fare arrivare a La7 un po’ della pubblicità che va in Rai abbassando le percentuali di ingombro pubblicitario appunto oggi concesse alla Rai. Anche qui ci vorrebbe altra legge e governo.

Dietrologia, forse anche troppa. Secondo costume italiano. Forse solo dietrologia. Però un fatto è un fatto: La7 fa gli occhi dolci a M5S. Amore o interesse? Dovendo scommettere, puntare su affinità elettive.