Luttazzi azzarda: “Berlusconi finito, cade a marzo”

Pubblicato il 5 Novembre 2009 - 16:10 OLTRE 6 MESI FA

Daniele Luttazzi

Il comico satirico Daniele Luttazzi prevede la caduta di Silvio Berlusconi a marzo 2010. Intervistato dal quotidiano La Stampa, Luttazzi si dice sicuro del fatto suo: «Con la bocciatura del Lodo Alfano, Berlusconi giustamente dovrà andare a processo. Tutto un sistema di potere che convergeva sulla sua figura si dissolverà come neve al sole. Berlusconi è finito: do questa bella notizia ai lettori. Ora bisogna occuparsi di chi Berlusconi ce l’ha messo. Ovvero gli italiani».

Italiani che, per il comico, soffrono di «sindrome da fascismo eterno». Quindi, anche se il presidente del Consiglio cade, per Luttazzi il problema resta: «Berlusconi è finito, il berlusconismo no».

Ma il satirico è duro anche con l’opposizione: «Il Pd è un progetto inconsistente e sbagliato. Anche la narrazione del Pd è inadeguata. Il Pd non sa chi rappresenta: a chi parla? Cosa dice? Non lo sa. Va sempre in televisione, ma parla a vanvera. Non ha alcuna efficacia». Quando Repubblica e Unità «stavano tirando la volata a Veltroni – continua Luttazzi raccontando di due interviste passate – mi chiesero cosa pensassi del Pd. Io risposi che il Pd era un’inevitabile stronzata. Tagliarono domanda e risposta».

Prevedibile, invece, la risposta del comico sulla questione di libertà di informazione. Luttazzi, infatti, fu duramente criticato per aver ospitato, nel 2002 Marco Travaglio che presentava il suo libro dedicato alla costruzione delle fortune economiche di Berlusconi  “L’odore dei soldi”. Il premier, allora, lo accusò di fare un «uso criminoso della tv pubblica» e il programma di allora, Satyricon, non venne confermato nella stagione successiva.

Sulla libertà di informazione il comico ha le idee chiare: «All’origine di tutto c’è il conflitto di interessi berlusconiano. Inoltre, in Italia, la voce libera da appartenenze non ha accesso. Esistono clan di sinistra, clan di destra, chiesa, massonerie. Ciascuno difende interessi particolari». Luttazzi poi, è critico anche su internet «è un Panopticon micidiale: i carcerati sono anche i carcerieri. Chi interviene in un blog, è osservatore e osservato» e Facebook viene definito dal romagnolo un «caso micidiale».

In ultimo il satirico Daniele non risparmia qualche stoccata ad un altro comico impegnato, Beppe Grillo: «Ha creato un partito. Da quel momento, ogni suo punto di vista è pregiudiziale. Fine della satira. Adesso i suoi sono comizi. A pagamento. La satira è politica, ma l’attività partitica è un’altra cosa. Al Franken, grande satirico, si è candidato coi democratici, ora è senatore, e ha subito smesso di fare spettacoli satirici. Grillo no».