Miller ispettore dei giudici, per il Csm al centro di ogni sospetto

di Riccardo Galli
Pubblicato il 14 Ottobre 2011 - 16:18 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro della Giustizia Nitto Palma (Lapresse)

ROMA – Il ministro della giustizia Nitto Palma ha disposto alcuni giorni fa l’invio degli ispettori a Napoli e Bari per verificare la correttezza dell’operato delle due procure. Ora il buon senso, la logica e quant’altro vorrebbero che i magistrati che accertano la bontà delle procedure adottate dai loro colleghi siano, come si dice, al di sopra di ogni sospetto, immacolati e inattaccabili. Perché se già un magistrato, per il ruolo che riveste, dovrebbe avere una condotta che lo tenga lontano anche da semplici insinuazioni, questo ancor di più dovrebbe valere per un magistrato che “indaga” sull’operato dei suoi colleghi. Ma in Italia il buon senso e la logica non sono di casa. Il capo degli ispettori di via Arenula, che risponde al nome di Arcibaldo Miller, almeno secondo il parere del Csm, non è affatto al di sopra di ogni sospetto e, anzi, andrebbe trasferito e cambiato d’incarico. E questo perché sotto la lente del Csm sono finiti i rapporti, e in particolare una cena del 2009, tra Miller ed esponenti pidiellini coinvolti nell’inchiesta P3.

Spesso, troppo spesso, ci si sofferma sull’ormai famoso nonché trito e ritrito conflitto d’interessi per cui un ministro, scelto da Silvio Berlusconi, invii degli ispettori ad indagare su dei magistrati che indagano, su Silvio Berlusconi. Certo, la cosa, in un paese che non fosse l’Italia risulterebbe intollerabile ed incomprensibile. Ma in Italia viviamo e qui, questo tipo di conflitto d’interessi, questo tipo d’anomalia è stata ormai “sdoganata” e nessuno praticamente ci fa più caso.

Forse per questo motivo un altro conflitto d’interessi, un’altra anomalia di più basso livello, viene vissuta come poco interessante dall’opinione pubblica e dalla stampa che relega la questione per lo più nelle pagine interne. E la questione è, appunto, quella che riguarda il capo degli ispettori del ministero di giustizia Arcibaldo Miller e i suoi rapporti poco chiari, secondo il Csm, con persone coinvolte nella vicenda P3.

Scrive La Stampa:

la delibera di giugno del Consiglio superiore della magistratura è stata molto critica nei confronti di Miller, che dovrebbe lasciare l’incarico. Ma essendo stato nominato dal ministro di Giustizia, la sua rimozione è complicata. E a Palazzo dei Marescialli sono in attesa di un parere tecnico dell’Ufficio studi. «In definitiva appare pacifico – si legge nella delibera approvata da Palazzo dei Marescialli – che Arcibaldo Miller ha partecipato alla riunione del 23 settembre del 2009 (quand’era già capo degli ispettori, ndr), svoltasi presso l’abitazione romana del parlamentare Denis Verdini, presenti anche Flavio Carboni, Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, il senatore Marcello Dell’Utri, l’onorevole Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia, il magistrato Antonio Martone. In questa riunione si è discusso la candidatura all’elezione a presidente della Regione Campania di Nicola Cosentino e si è concordata una condotta di illecita interferenza presso i componenti della Corte costituzionale». «Egli stesso (Miller, ndr) – sottolinea la delibera del Csm – ha dovuto ammettere che nel corso dell’incontro si affrontò il tema dei “problemi” concernenti la candidatura dell’onorevole Cosentino a presidente della Regione Campania e, sebbene “in termini generici”, del cosiddetto Lodo Alfano». C’è poi l’episodio di Miller consulente del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. «Il dottor Arcibaldo Miller non si è sottratto dal fornire pareri preventivi sull’esercizio dell’attività ispettiva nel suo ruolo di capo dell’Ispettorato del ministero di Giustizia su richiesta di soggetti estranei all’ordine giudiziario».

E sulla questione Miller anche il vicepresidente del Csm Michele Vietti, intervistato da La Stampa, è stato chiaro ed ha ricordato che «il plenum del Csm nella sua delibera di giugno ha affermato: “In astratto le condotte tenute dal dottor Miller potrebbero integrare i presupposti per l’apertura di una procedura ex art. 2 Legge Guarentigie (trasferimento d’ufficio, ndr), ma il ruolo ricoperto dal dottor Miller non è a disposizione del Csm».

Quindi, «il 21 settembre la terza commissione ha chiesto un parere all’Ufficio studi del Csm sull’ammissibilità della revoca del collocamento fuori ruolo anche per incarichi fiduciari, di diretta collaborazione con il ministro. Non aggiungo nulla di più perché ovviamente quando una commissione lavora, il vicepresidente tace» Vietti continua, «il plenum del Csm ha già espresso la sua valutazione quattro mesi fa. Da allora non è accaduto nulla. Ci sono profili giuridici e profili di opportunità. Se dei primi si occupa il Csm, i secondi sono affidati alla sensibilità del ministro».

Storia di una normale anomalia italica.