New York Times: “Se Steve Jobs fosse ancora vivo oggi sarebbe in galera?”

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2014 - 00:48 OLTRE 6 MESI FA
New York Times: "Se Steve Jobs fosse ancora vivo oggi sarebbe in galera?"

New York Times: “Se Steve Jobs fosse ancora vivo oggi sarebbe in galera?”

NEW YORK – “Se Steve Jobs fosse ancora vivo sarebbe in galera?”: a porsi la domanda in maniera provocatoria è l’autorevole New York Times, che riporta le perplessità di quanti sostengono che il fondatore della Apple sia stato l’ideatore, nonché il principale promotore del cartello tra i big della Silicon Valley per tenere bassi i salari dei dipendenti. Vicenda che ha spaventato a morte Apple, Google, Adobe e Intel, che hanno già deciso di patteggiare per evitare le conseguenze di una class action di ben 64 mila lavoratori.

Il New York Times scrive che:

“Jobs sembra non aver mai letto o aver scelto di ignorare il primo paragrafo dello Sherman Atitrust Act, nel quale si legge per l’appunto che ‘ogni cospirazione mirata a restringere la concorrenza e il commercio’ è illegale. E chiunque violi questa norma – prevede la legge – deve essere considerato colpevole di un reato, condannato e sanzionato con una multa o con la prigione non oltre tre anni”.

Oppure con entrambe le sanzioni. Ancora più dure poi le parole di Herbert Hovenkamp, massimo esperto di norme antitrust e professore alla University of Iowa College of Law, secondo il quale

Steve Jobs era una violazione antitrust ambulante. Sono stupefatto dai rischi che egli sembra abbia voluto prendere”.

Il riferimento è anche al presunto cartello organizzato nel settore degli e-book. Contro il genio visionario della mela morsicata si è espresso anche il suo biografo, Walter Isaacson:

“Steve – ricorda – ha sempre pensato che le regole che si applicano alla gente comune non dovevano applicarsi a lui. Questa era la sua genialità ma anche la sua originalità. Riteneva di poter sfidare le regole della fisica e distorcere la realtà. Ciò che gli ha consentito di fare cose fantastiche, ma anche di spingersi oltre il lecito”.