Passera mette in castigo la Fornero: “Ha sbagliato”, Lavoro: “Si cambia”

Pubblicato il 16 Aprile 2012 - 10:04 OLTRE 6 MESI FA

Passera sull’art.18: “Pronti alle modifiche”, Fornero in castigo, arriva l’Imu, redditometro attivo, partiti idrovore, Talebani iperattivi, Morosini emozione lunga, buon inizio di settimana.

Il Sole 24 Ore è un concentrato di cattive notizie: “Tasse e tariffe: 1500 euro in più”; i primi adempimenti per i commercianti per lo spesometro; la mappa dell’Imu”. Corriere della Sera (supplemento economia): “Arriva l’Imu. I rischi del mattone. Ecco i consigli per risparmiare”.

Se uno legge subito dopo questo titolo di Repubblica, “Finanziamenti dal ’94 a oggi, anche a gruppi fantasma. Partiti senza soldi, bruciati 2,3 miliardi”, lo scatto è di bruciare, naturalmente solo in effigie, chi ci ricorda che “è bello pagare le tasse”, ignorando che le maggiori rivoluzioni della storia sono nate proprio per cause fiscali. Una volta c’erano le guerre, le carestie, i privilegi dei patrizi romani, oggi ci sono le idrovore dei partiti, le consulenze inutili, gli enti locali mangiasoldi, la sanità sprecona. Ma ricordate che l’impero romano andò in rovina per colpa dell’eccessivo carico fiscale, non dei barbari.

Dopo la tempesta del fine settimana sull’articolo 18, dopo che in Confindustria si sono accorti del gioco delle tre carte al Ministero del lavoro, con la crisi di nervi della maestra Elsa Fornero, oggi un segnale positivo, per le aziende e negativo per le potenziali vittime della riforma: “Lavoro, modifiche in arrivo” è il titolo di apertura del Messaggero: “Il Governo apre alle imprese, più flessibilità in entrata”. “Gelo sulla Fornero”, aggiunge il Messaggero. Repubblica spiega cosa è successo. Un intervento a gamba tesa del ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera: “La riforma del lavoro passerà e il Governo non se ne andrà a casa”, scrive Luis Grion, riferendo queste parole del ministro: “È una buona riforma […che] può essere ulteriormente migliroata. […] Chi ha enfatizzato la questione dell’articolo 18, anche nel Govero [leggi Fornero] ha sbagliato, perché anche per chi ci guarda da fuori era diventata una cartina di tornasole”. A radicalizzare lo scontro sull’articolo 18 fu l’allora capo della Cgil, Sergio Cofferati, che per bloccare qualsiasi modifica portò in piazza a Roma tre milioni di persone, spendendo un patrimonio in pullman e generi di conforto.

Il Corriere della Sera, che preferisce la prova di forza dei talebani a Kabul per aprire il giornale, si occupa del lavoro con questo titolo a centro pagina: “La richiesta di modifiche alla riforma su articolo 18 e flessibilità in entrata. [Emma] Marcegaglia chiama Monti. Disgelo dopo la sfida sul lavoro”. Ma la vignetta di Giannelli non fa bene sperare: si vede la Marcegaglia, aria ingrugnata, mani sui fianchi stile Mussolini. Più in là Monti, mano sulla bocca per non farsi sentire, dice alla Fornero compiaciuta: “Lasciamola stare, tanto ancora qualche giorno e anche lei sarà esodata”.

Sempre sul Corriere, Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella forniscono nuovi dettagli sullo scandalo della Sanità in Lombardia: “Pagati viaggi per Formigoni e il fratello”.

La morte in campo del povero Piermario Morosini continua a commuovere e non solo il mondo del calcio. La Gazzetta dello Sport: “Tutti per Mario. In Europa e nel mondo il calcio ha reso omaggio a Morosini. Sul Messaggero la fidanzata ci ricorda che “era bellissimo”. Repubblica va nel sindacale: “Troppo stress, giochiamo meno, paura dopo la morte di Morosini”. La Stampa riporta le polemiche da Pescara: Il giallo dell‘ambulanza. I vigili: bloccata da auto più importanti della nostra”.  Il Corriere della Sera, chissà per quale associazione di idee, in prima pagina non porta notizie di Morosini, ma si allarga ai cavalli: “Incidente al Grand National, in Inghilterra. Corsa mortale per due cavalli. Possiamo ancora tollerarlo”. Sarebbe bello che la stessa commozione globale scattasse per tante altri morti rubate, come quella di Alessandra Lavarello, morta a 33 anni, falciata qualche giorno fa da una automobile  mentre correva sul marciapiede a Genova.

Sul Corriere della Sera, si segnala un articolo di Armando Torno, con una notizia che dà speranza: il cardinale Gianfranco Ravasi celebrerà una messa in suffragio della poetessa Antonia Pozzi, suicida all’età di 26 anni, nel lontano 1033. Forse ci sono aperture nella Chiesa, verso i suicidi, esclusi dalla terra consacrata nella triste canzone “Ballata del Miché” di Fabrizio De Andrè. Tema scottante, l’epidemia di suicidi in Europa, in questi tempi di recessione.

Sempre sul Corriere, Roberto Tottoli, insegnante di islamistica e letteratura araba all’Università «L’Orientale» di Napoli, ricorda che l’Afghanistan è stato, per millenni, “il Paese palude degli imperi”.

Per chi segue le vicende di Roma non tanto come “ladrona” ma come emblema dei mali italiani, in prima sul Messaggero la paradossale storia della impunità di cui godono i camion bancarella  davanti al Colosseo, in una città che ha dichiarato guerra a quei poveracci di finti centurioni che posano con i turisti come se il Foro romano fosse a Disneyland mentre bande di zingari taglieggiano impuniti chi parcheggia o chi fa la coda su um marciapiede. La situazione è talmente scassata che si capisce la scelta di Gianni Alemanno, che, secondo Giovanna Vitale di Repubblica, “si potrebbe dimettere da sindaco a ottobre 2012 per candidarsi al Parlamento”. Nuova forma di auto-promuoveatur-ut-amoveatur che, in recenti clamorose versioni è stata realizzata con grande successo. Chissà se ci riuscirà anche Alemanno. Certo per Roma sarà un gran giorno. Ma è anche vero che al peggio non c’è mai fine.