Diritto all’oblio su internet: “rischia” di cancellare la storia

Pubblicato il 25 Gennaio 2012 - 10:40| Aggiornato il 24 Giugno 2012 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES –  La Commissione europea vuole sancire il “diritto ad essere dimenticati” dalla Rete. Ad Annunciarlo è stata la Commissaria europea per la Giustizia Viviane Reding che nei giorni scorsi ha anticipato le modifiche poste oggi al vaglio della Commissione e che promettono di rivoluzionare il diritto alla privacy. Oggi a Bruxelles saranno presentati due provvedimenti che potrebbero cambiare radicalmente il modo di navigare in rete.

In breve. Gli utenti di internet dovranno poter chiedere la cancellazione dagli archivi elettronici dei dati che li riguardano. Basta, dunque, con le vite involontariamente rovinate dai post o dalle foto pubblicate sui social network. La revisione sancirà il diritto all’oblio in rete e obbliga le ditte in possesso di dati personali, vittime di attacchi hacker a dover comunicare entro 24 ore la perdita dei dati. Attualmente tali informazioni restano a vita registrate negli archivi elettronici dei siti, con la nuova direttiva i cittadini europei potranno chiederne la cancellazione anche se la registrazione è su server esterni alla Ue. Inoltre nessun dato potrà essere raccolto o utilizzato senza il consenso dell’interessato e senza notifica dell’avvenuta registrazione e dello scopo.

La direttiva comunque riconoscerà – sulla falsariga di quanto previsto per gli archivi dei giornali – il diritto a non cancellare completamente la storia, se certe informazioni sono di vasto interesse pubblico: “Gli archivi dei giornali sono  una eccezione, il diritto a essere dimenticati non può significare il diritto a cancellare la storia” ha chiarito la Reding. Ma è proprio questo il punto più caldo che susciterà non poche polemiche. Questa eccezione potrebbe non bastare, secondo molti, visto che oggi molta informazione non sta nei giornali ufficiali, ma nei blog e nei siti di citizen journalism.

Guido Scorza, giurista della rete, intervistato da Repubblica, spiega: “La disciplina europea unica proposta dalla Reding è apprezzabilissima, ma sul diritto all’oblio non ci siamo. Se consentiamo a chiunque di pretendere la rimozione di un contenuto sgradito che lo riguarda, tra cento anni quando guarderanno a questa epoca attraverso internet sembreremo tutti bravi e buoni”.

Qualche dubbio lo hanno manifestato anche i garanti della privacy europei. Il presidente dell’Authority italiana, Pizzetti ha detto: “Siamo in presenza di una costruzione giuridica notevole, una normazione munita di quasi cento articoli, ma come cittadino del mondo mi chiedo se semplificherà la tutela della privacy su scala globale di fronte alle altre innovazioni che arriveranno sulla scena”.

Magistrale la sintesi di Vittorio Zucconi, che sul quotidiano Repubblica descrive così l’evoluzione della rete: “L’indelebile memoria della Rete, che offre l’apparenza della verità ma con la stessa indifferente pervicacia ricorda il falso, è il salto di qualità del vecchio Grande Fratello, divenuto Grande Archivista”. E ancora: “Tutto si crea, nell’universo del web, e nulla si distrugge. Il diritto all’oblio che il trascorrere del tempo concedeva ai peccatori e agli incauti è stato distrutto”.