Rai/ Bufera sulle nomine, Garimberti si astiene: “Non voterò più se non in piena condivisione”. Ecco le quattro condizioni del Presidente

Pubblicato il 3 Agosto 2009 - 22:46 OLTRE 6 MESI FA

Nel giro di poltrone della Rai Paolo Garimberti non ha votato. Il presidente dell’azienda si è astenuto su tutte le nomine e in serata ha inviato una nota con le sue motivazioni, per evitare «dietrologie» sul suo comportamento e lanciare un implicito messaggio anche per la manche di voti del prossimo giovedì.

«Come amministratore di quest’Azienda e Presidente di Garanzia mi sento di affermare con forza che non voterò più nomine che non siano ampiamente condivise e quando dico ampiamente condivise voglio chiarire che intendo la sincera e convinta ricerca dell’unanimità come obiettivo di un metodo di lavoro che deve obbligatoriamente unirsi all’indispensabile requisito professionale.

Sulle nomine Rai, di cui continuo a leggere con grande disappunto anticipazioni a pioggia sui giornali, vadano ribadite una volta per tutte una serie di questioni di principio e di metodo che, per quanto mi riguarda, saranno d’ora in avanti “le quattro condizioni indispensabili” per procedere. E dopo aver detto che la prima condizione è la condivisione dell’intero Cda, ecco le altre tre. Per parte mia non voterò più, a prescindere dai curricula e dai meriti dei singoli candidati, proposte di nomina che, nell’analisi del quadro complessivo dell’Azienda, non assicurino quel pluralismo che non solo è un dovere della Rai nei confronti della collettività ma che è, e deve rimanere, il tratto distintivo dell’identità di Servizio Pubblico; non voterò l’assunzione di professionisti esterni, giornalisti o dirigenti, se non verrà ampiamente dimostrato che non esistono in Azienda professionalità in grado di coprire quei ruoli apicali per cui vengono proposti; e sia ancora chiaro che, meno che mai, voterò per l’assunzione di vicedirettori esterni perché sono convinto che in Rai vi siano fior di professionisti in grado di svolgere egregiamente questo ruolo.

Si tratta, inoltre, in un momento di crisi economica dell’azienda, di un gesto che giudico di necessaria responsabilità anche sul versante economico, di rispetto per l’impiego di quelle risorse finanziarie che i cittadini, spesso con sacrificio, ci forniscono. Non voterò la sostituzione di direttori e dirigenti per cui non sia stata individuata una adeguata ricollocazione. È una questione di rispetto delle risorse aziendali anche per evitare possibili contenziosi sul versante del lavoro ed è pure una questione morale perché non possiamo trovarci, come purtroppo è accaduto in passato, con una pletora di dirigenti senza incarico, la cui professionalità viene ingiustamente mortificata. In assenza anche di uno solo di questi requisiti, riterrò non opportuno procedere a votazione sulle nomine e, qualora si dovesse comunque procedere, preannuncio fin da subito che non le voterò».