Scuola: il ministero non paga e gli istituti raddoppiano le tasse per la maturità

Pubblicato il 29 Marzo 2010 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA

C’è la crisi, Giulio Tremonti taglia i fondi alla scuola pubblica e la scuola si “rifà” chiedendo balzelli ai genitori degli studenti. Il cuore del probema, come scrive Flavia Amabile su La Stampa è un miliardo di euro che manca dai bilanci delle scuole pubbliche.

Soldi che gli istituti hanno anticipato per pagare supplenze e spese ordinarie e che, almeno in teoria, agli istituti dovrebbero tornare. Il ministero, però, almeno per ora di rimborsi non parla, e le scuole, per far quadrare i conti, rispondono con un ingegnoso quanto iniquo sistema di entrate alternative. I genitori, quindi, si trovano a dover pagare per “servizi” che fino a ieri non erano neppure percepiti come tali ma come semplici compiti degli istituti.

Qualche esempio? Le comunicazioni inviate a casa, il ritiro del diploma, il bollettino dell’esame di maturità. Ed è proprio quest’ultimo la pietra dello scandalo. Fino all’anno scorso, infatti, esisteva una sola tassa per la maturità, da versare allo Stato, di 12,03 euro. Quest’anno, invece, una scuola su due ha chiesto agli studenti dell’ultimo anno una doppia tassa: quella regolare con bollettino intestato all’Agenzia delle Entrate, e la seconda invece con bollettino intestato alle scuole. Uno stratagemma per supplire a quei soldi che dal ministero dovrebbero tornare ma che non arrivano. Peggio ancora va ai cosiddetti “privatisti” che, per sostenere l’esame, pagano anche più del doppio degli studenti delle scuole pubbliche.

La questione tasse, intanto, è arrivata in Parlamento. A presentare un’interrogazione in Aula è stata Manuela Ghizzoni del Pd, che sulla vicenda ha chiesto l’intervento del ministero che, nonostante le denunce, sul problema non ha ancora assunto una posizione ufficiale.