Non piacciono alla Fnsi i toni che Beppe Grillo sta usando contro i giornalisti. Il segretario Franco Siddi si è fatto interprete di una categoria offesa dai continui attacchi del leader del Movimento 5 Stelle: “La nuova sortita di Grillo contro l’informazione, i giornalisti e le televisioni è quanto di più inappropriato possa fare un leader politico di un Paese democratico. Sono espressioni e atteggiamenti da oligarchi di regime, che non possono essere scambiati come semplici espressioni di chi vuole reali cambiamenti in termini di moralità pubblica e autorevolezza delle istituzioni”.
Siddi fa un paragone che Grillo non gradirà: “Nemmeno Berlusconi, nella sua lunga azione per leggi bavaglio era mai arrivato a tanto. Noi non gli opporremo parole diverse da quelle espresse verso chi, da parti diverse, ha tentato di mettere la mordacchia ai giornalisti. Legittimamente i giornalisti fanno domande nell’interesse pubblico, tanto più a chi si propone, o emerge, come leader di un movimento politico nuovo”.
Siddi difende la libertà di fare informazione anche con i “grillini”: “Non c’è un attacco dei giornalisti al suo movimento ma la giusta necessità di capire e conoscere meglio natura, ragioni e persone del “suo” partito. Detto ciò, la categoria non solo ha il diritto di fare domande ma deve avere anche più forza e coraggio di fronte a chi si nega e ordina anche ai “suoi” di non parlare con i giornali. Rincorrere un uomo mascherato, garantendogli il giorno dopo paginate non è stato giusto: la foto notizia avrebbe parlato da sola nel rappresentare chi si comporta così, benché chiamato ad una responsabilità pubblica per il Governo del Paese. Se Grillo pretende giustamente trasparenza, questa condizione vale anche per lui. Gli piaccia o no. Le domande non si interromperanno. Si risponda con idee e non con insulti e minacce”.
Secondo Siddi, gli attacchi di Grillo sono la continuazione di una strategia mediatica che ha già pagato molto alle elezioni del 24 e 25 febbraio: “Quanto agli attacchi specifici di Grillo ai colleghi della televisione, tutto ciò appare solo funzionale al suo format di comunicazione orientato ad una contro-informazione che diventa solo propaganda, da cui dobbiamo ricordarlo, trae abbondanti vantaggi. Su tutto questo è legittimo discutere così come è doveroso dare atto del successo elettorale avuto dal suo movimento. Il rispetto per i cittadini elettori è fuori discussione ma lo stesso rispetto merita chi lavora per l’informazione, bene prezioso per la democrazia”.
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