Snapchat a Wall Street esordio col botto: vale 33 mld di dollari

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Marzo 2017 - 06:29 OLTRE 6 MESI FA
I co-fondatori di Snapchat: da sinistra Bobby Murphy ed Evan Spiegel

I co-fondatori di Snapchat: da sinistra Bobby Murphy ed Evan Spiegel

NEW YORK – Snapchat vola in Borsa all’esordio. I titoli dell’app dei messaggini che svaniscono aprono a 24 dollari, il 41% sopra i 17 dollari dell’initial public offering, dando alla società una valutazione di 33,5 miliardi di dollari, tre volte Twitter.

La prima seduta si chiude con un progresso del 44% a 24,48 dollari. La quotazione di Snap è la maggiore da quella di Alibaba nel 2014, e vede Uber e Airbnb alla finestra: anche se un loro sbarco in Borsa non è  previsto per quest’anno, l’attenzione è alta da parte dei due giganti fra le ‘unicorn’, le start up con una valutazione superiore al miliardo di dollari.

Fra scambi intensi, con 117 milioni di azioni che passano di mano, lo sbarco a Wall Street di Snap rappresenta infatti un test per l’appetito degli investitori che si chiedono se sarà  la nuova Facebook o la nuova Twitter, scommettendo più  sulla società di Mark Zuckerberg. Non tutti però sono convinti che la quotazione di Snap possa essere considerata un termometro per il mercato. Snap e il successo della sua ipo ”è legato più all’abbondanza di liquidità disponibile che alle sue prospettive” affermano alcuni scettici.

I numeri di Snap sembrano essere dalla parte dei critici: la società ha chiuso il 2016 con perdite per 514 milioni di dollari, dopo un rosso di 373 milioni di dollari nel 2015. I ricavi si sono attestati lo scorso anno a 404 milioni di dollari. Ad attirare gli investitori sono i 158 milioni di utenti attivi al giorno, che si scambiano in media più di 2,5 miliardi di immagini, aprendo Snapchat 18 volte al giorno. La media di età degli utenti è di 18-24 anni, una generazione che gli inserzionisti pubblicitari hanno difficoltà a catturare in televisione e che quindi sperano di raggiungere sui loro dispositivi mobili.

L’ipo di Snap apre una nuova era nelle quotazioni e per le autorità. Nei documenti depositati alla Sec, la consob americana, per lo sbarco in Borsa, Snap cita alcuni rischi ‘nuovi’. Fra questi il non avere un quartier generale ma solo uffici sparsi per Venice, in California, con il rischio di demoralizzare i dipendenti e di esporli al traffico per gli spostamenti. Ma anche il ‘sexting’, l’invio di immagini a sfondo sessuale. Altra caratteristica ‘unica’ dell’ipo è le vendita di azioni senza diritto di voto, lasciando di fatto a Evan Spiegel e Bobby Murphy, i co-fondatori, la gestione della società.