Tg3, Bianca Berlinguer contro il cdr: “Difendete i lavativi”

Pubblicato il 15 Novembre 2012 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
Bianca Berlinguer, direttore del Tg3

ROMA – E’ scontro aperto tra Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, e il comitato di redazione, l’organo di rappresentanza sindacale dei giornalisti.

“Difendete i lavativi”, avrebbe accusato il direttore Berlinguer durante un incontro di tre giorni fa, secondo quanto riporta il sito di Rai News.

In risposta il Cdr, sempre secondo Rai News,

“denuncia l‘impossibilità di un confronto e parla di atteggiamento della Berlinguer caratterizzato da ‘toni perentori che non ammettevano alcuna replica’ e dall’accusa di ‘difendere i lavativi’. Il tutto nel corso di un incontro avuto due giorni fa, quando il direttore ha convocato la rappresentanza sindacale per comunicare alcuni avvicendamenti in redazione”.

Gli avvicendamenti in questione sarebbero quelli di Eugenia Nante che lascia, su sua richiesta, scrive Rai News, la carica di caporedattore della Redazione cultura. A Nante subentrerà l’attuale caporedattore della sede di Milano, Oliviero Bergamini. La redazione di Milano sarà guidata da Emanuela Falcone, attuale vicecaporedattore di quella sede.

Sempre il comitato di redazione del Tg3 sottolinea che

“ancora una volta, di fronte alle nostre considerazioni su vari argomenti, il direttore ha invocato l’articolo 6 del contratto collettivo di lavoro giornalistico motivando le sue scelte con toni perentori che non ammettevano alcuna replica, rendendo così impossibile, di fatto, ogni possibilità di confronto. Durante l’incontro il direttore ci ha anche accusati di essere etero-diretti da figure interne al giornale a lei ostili, di difendere esclusivamente i ‘lavativi’, i nostri amici, di essere mossi da livori personali e, infine, di aver fomentato un clima di odio all’interno del giornale”.

Secondo il cdr del Tg3, riporta Rai News,

“la considerazione dei rapporti sindacali da parte della direzione sia arrivata a un punto morto. Del resto in questi due anni di mandato ci siamo costantemente misurati con l’assoluta mancanza di ogni possibilità di mediazione, a partire dai casi dei colleghi demansionati, fino all’utilizzo dei corrispondenti o dei colleghi delle sedi. Per noi non è più possibile andare avanti così: non crediamo sia praticabile un percorso costruttivo di dialogo e confronto che pensiamo debba essere al centro di una corretta dialettica sindacale”. Di qui la decisione di interrompere ogni tipo di relazione sindacale all’interno della testata”.