Tomaso Montanari nelle tracce della Maturità. Il Foglio aveva scritto: “Ventriloquo di Bonisoli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2019 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA
Tomaso Montanari nelle tracce della Maturità 2019. Il Foglio aveva scritto: "Ventriloquo di Bonisoli"

Tomaso Montanari nelle tracce della Maturità. Il Foglio aveva scritto: “Ventriloquo di Bonisoli” (foto da video YouTube)

ROMA – Tomaso Montanari, il professore di Storia dell’Arte definito solo qualche giorno fa sul “Foglio” “arrampicatore di beni culturali” e “ventriloquo del ministro Bonisoli” è finito tra le tracce della prima prova degli esami di Maturità. “Guarda un po’”, forse commenterebbero maliziosamente nella redazione del “Foglio”.

Ma cosa è successo tra il “Foglio” e Tomaso Montanari? E’ successo che lo scorso 15 giugno, Maurizio Crippa sul “Foglio” ha firmato un pezzo (“Settis, Montanari, i 5 Stelle e i danni alla Cultura della setta passatista”) in difesa della riforma Franceschini:

“L’opposizione politica (e culturale) di questo paese – scrive Crippa – dovrebbe occuparsi della marcia sul Collegio Romano che gli sfascisti e il ministro a sua insaputa dei Beni culturali Alberto Bonisoli stanno conducendo, per disfare una delle poche riforme moderne rimaste in piedi. Quella dei grandi musei detta Franceschini. Delle mire della squadraccia (lui probabilmente nemmeno si rende conto) si è già avuto modo di parlare. Così pure della riforma della riforma (chiedetevi il senso) che Bonisoli con un ristrettissimo comitato da lui scelto va preparando da tempo”.

Per esempio, continua Crippa, “quattro musei e parchi autonomi, se Bonisoli non farà dietrofront, potrebbero perdere lo status di autonomia conferitogli dalla legge Franceschini e tornare alle dipendenze dei soprintendenti”.

Cosa c’entra Montanari? Crippa lo spiega qualche riga più in là:

“Tomaso Montanari, il vero ministro ombra di Bonisoli, è stato nominato presidente del Comitato tecnico scientifico per le Belle arti del Mibac. Carica cui da pochi giorni ha sommato la nomina nel Comitato scientifico degli Uffizi. Il suo primo virgolettato al Corriere Fiorentino è stato: ‘Sarò nel comitato per far uscire le Gallerie dalla logica economicista’. Qualsiasi cosa voglia dire, ovviamente: nessuno ha aperto un McDonald’s tra un Giotto e un Cimabue, né venduto dei Raffaello. Il museo è semplicemente diventato più fruibile, più frequentato, più funzionale. Ma si sa che il direttore tedesco Eike Schmidt ha già annunciato da oltre un anno che non rimarrà dopo la fine del mandato. E le brame di Montanari di fare il gran salto dalla direzione scientifica a direttore degli Uffizi non sono oscure, ma alla luce del sole”.

Il 18 giugno Crippa è tornato poi a parlare di Montanari con un altro articolo dal titolo “Il mostro di Firenze”. Il giornalista se la prende con Montanari per un suo tweet sulla morte di Zeffirelli (““Si può dire che il #maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrenda Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen”) e poi torna a parlare della contro-riforma dei musei:

“(…) Lui – scrive ancora Crippa – fiorentino e con un incarico scientifico agli Uffizi, l’altro giorno ha pensato bene di insultare Zeffirelli, da morto, e tutta la città, da viva. Sul Fatto di ieri era particolarmente isterico per via di un articolo del Foglio, in cui lo si indicava,a ragion veduta, come ventriloquo del ministro Bonisoli, per la sua controriforma dei Beni culturali, e per le sue mire sulla futura direzione degli Uffizi. Ma dopo gli insulti, l’articolo parlava d’altro, se la pigliava pure con Nardella (boh).Soprattutto,esponeva la quintessenza del suo pensiero: i ricavi degli Uffizi sono triplicati grazie all’autonomia? Male! Quelli della ri-sovietizzata Accademia (anzi “la Casa del Pisello di Marmo”, come la chiama: che eleganza accademica, eh?) raddoppiati? Sia cacciata la direttrice! Secondo il Nostro, Firenze è una città che sta morendo, di turismo, come Venezia,e in compenso i fiorentini non vanno più a vedere un quadro, mentre i nostri musei (che pensano solo al vil danaro)non producono più nulla di culturale. Maddai. E anche casa Alinari, che versa in stato di agonia,non trova un imprenditore che la voglia salvare. Che gli imprenditori nazionali e stranieri, anche dal settore della Cultura, con questo ministero e con questi consigliori se la stiano dando a gambe, al Professor Montanari non passa nemmeno per la testa. Poi vedremo chi li manterrà, i musei ri-sovietizzati dalla riforma del ventriloquo”.

Ora Montanari è finito anche tra le tracce della maturità. “Guarda un po’”, forse commenterebbero maliziosamente nella redazione del “Foglio”. (Fonte Il Foglio).