Tommaso Cerno condirettore di Repubblica. I gay: “Noi ti portiamo nel cuore”

Pubblicato il 18 Ottobre 2017 - 06:50 OLTRE 6 MESI FA
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Tommaso Cerno condirettore di Repubblica. I gay: “Noi ti portiamo nel cuore”

La nomina, anticipata da Dagospia, di Tommaso Cerno a condirettore di Repubblica (da direttore dell’Espresso) è

“un fatto storico di grande portata e di forte cambiamento”

secondo la nota con cui Gaynet, sito di Italia Gay Network, commenta la notizia.

Nella corsa alla parità, gli omosessuali hanno battuto le donne. Anche se una donna è andata vicina alla direzione di Repubblica, qualche anno fa, la nota di Gaynet suona trionfale.

Sono posizioni sbagliate quelle basate sul sesso. Se uno è bravo è bravo a prescindere dalla appartenenza a uno dei quattro sessi oggi praticati. Questo ci illudevamo fosse il risultato di anni di evoluzione della specie. Anche se è vero che nel mondo dei giornali le donne, femminili esclusi, non hanno avuto mai grande fortuna, con le minime eccezioni ovviamente, non si è mai ben capito se il sistema è maschilista, come peraltro la magistratura o le forze armate e di polizia, o se si tratta di una inconscia rinuncia delle donne.

Nel caso degli omosessuali il discorso è ancora diverso. Ci sono stati casi di giornalisti omosessuali più o meno in carriera, nessuno con una posizione netta e trasparente come Cerno.

L’articolo di Gaynet non nasconde la soddisfazione dell’autore:

“Il sonnacchioso mondo delle principali testate giornalistiche italiane, dove i direttori si alternano tra meno di dieci persone, è stato terremotato dalla decisione del gruppo L’Espresso di nominareTommaso Cerno alla condirezione di Repubblica. Sembra un po’ una vicenda di addetti ai lavori, di esperti di comunicazione. In realtà si tratta di un fatto storico di grande portata e di forte cambiamento: per la prima volta un omosessuale dichiarato arriva ai vertici della testata di riferimento del mondo progressista italiano segnando un cambiamento profondo nel modo di essere del giornalismo e dell’informazione.

“Quando quasi 20 anni fa demmo vita con Gaynews.it a Gaynet (Italia Gay Network), l’associazione Lgbt per il rapporto con l’informazione a tutti i livelli, non pensavamo certo che “uno di noi” poteva arrivare alla direzione di una grande testata. D’altra parte si riteneva allora che l’orizzonte delle unioni civili in Italia fosse oltre la portata della nostra vita e di questa generazione.

Si pensi quindi con che gioia tra pochi mesi festeggeremo il 20° anniversario di Gaynet con i primi due anni delle unioni civili (oltre 3000 mila celebrazioni, la percentuale più alta di tutta l’Europa in rapporto ai matrimoni tra persone eterosessuali) e il primo condirettore gay della più importante, sul piano politico, delle testate giornalistiche italiane. […]

Quando il 25 ottobre Tommaso si insedierà sulla poltrona di condirettore di Repubblica, sarà inevitabile per noi fare un bilancio sul rapporto tra informazione e omosessualità in Italia. Non tanto e non solo perché il giornalismo dev’essere capace di andare al di là dell’informazione generalista. Ma perché siamo nell’epoca dove le minoranze sono prese di mira, dove il razzismo rifà capolino con i populisti che vincono qua e là le elezioni facendosi imprenditori di paure che non hanno ragion d’essere. […]

 

Tommaso Cerno dimostra invece tutto il contrario rivoluzionando il concetto stesso di informazione e insediandosi come condirettore in una posizione da cui si guarda il mondo e da cui lo si può, anzi, lo si deve cambiare per rendere la vita di tutti noi più felice e più meritevole di essere vissuta perché non più escludente.

Sono finite quindi le macellerie delle cronache nere che parlano di “mondo particolare”, di “ambienti gay”, di “amicizie pericolose”, di “torbidi luoghi del vizio”.

Roma non fu fatta in un giorno, ma esistono quei giorni dove un carissimo amico entra nella stanza dei bottoni e può fare potenzialmente in poche mosse quel che abbiamo provato a fare in decenni di lotte. Auguri, Tommaso. E, soprattutto complimenti: noi ti portiamo nel cuore come spero che tu possa portare ogni giorno nel tuo lavoro due millenni di sofferenze, che finalmente possono vedere la parola fine con un nuovo inizio di libertà in un’avventura affascinante capace di conivolgerci tutte e tutti.