Un treno extralusso per lo shopping milanese della sceicca: viaggio da 100 mila euro

Pubblicato il 14 Gennaio 2011 - 09:51 OLTRE 6 MESI FA

Per andare a Milano a fare shopping ha scelto il treno. Non uno qualsiasi, però. La sceicca saudita, di sedersi tra i comuni mortaliche si servono di Eurostar e treni ad alta velocità non ne ha voluto sapere. Troppo miserabile e plebea persino la prima classe.

Il treno se lo è affittato: un convoglio tutto blu e su misura delle esigenze sue e del suo staff. Pazienza se lo “scherzetto” è costato 50 mila euro all’andata ed altrettanti al ritorno: sempre meglio che dover condividere una carrozza con imprenditori, manager eccetera. Così per la 4 giorni di shopping meneghina, la sceicca ha contattato la società Prestige Continental Express che per la cifra base di cui sopra mette a disposizione un trenino blu da ottanta posti e uno staff di camerieri. Considerato che l’entourage della sceicca arriva grosso modo a venti persone possiamo star sereni sulla sua comodità.

Sull’identità della sceicca misteriosa, però, il riserbo è rimasto assoluto. Non parla, invocando la privacy, il responsabile del treno Renè Bubendorf. Non parlano al Grand Hotel, dove la sceicca avrebbe alloggiato tra domenica e giovedì. Non parlano, ovviamente i negozi di alta moda: non si può rischiare di perdere un cliente così.

Quanto allo shopping della sceicca, Fabio Poletti sulla Stampa lo racconta così: “Un itinerario che sta tutto in un paio di isolati, vetrina più, vetrina meno. Dal Grand Hotel a via Montenapoleone ci sono giusto le zebre nel senso del passaggio pedonale da attraversare. Da via Montenapoleone a via della Spiga c’è un angolo. Da via della Spiga a via del Gesù c’è meno di niente. In tutto fa nemmeno un chilometro, con la sceicca che ci ha messo quasi quattro giorni a percorrerlo tutto, passando lentamente da manichino a manichino, da vassoio di velluto per gioielli ad un altro, riempiendo dozzine di shopping bag griffate e stressando almeno due dozzine di commesse per la gioia delle maison dove tintinnavano i registratori di cassa che facevano il pieno di petrodollari”.