Vendite giornali in edicola, giugno 2017. Repubblica ha perso 40 mila copie

di Sergio Carli
Pubblicato il 21 Agosto 2017 - 07:14 OLTRE 6 MESI FA
Vendite giornali in edicola, giugno 2017. Repubblica ha perso 40 mila copie

Vendite giornali in edicola, giugno 2017. Repubblica ha perso 40 mila copie

Mese dopo mese, il declino delle vendite in edicola dei giornali italiani continua. Gli ultimi dati disponibili sono quelli di giugno 2017.  Solo 3 quotidiani vanno contro tendenza, almeno stando ai numeri pubblicati da Ads. Ads è un istituto controllato da editori e utenti di pubblicità che certifica, da più di 4o anni le copie diffuse e vendute.

I giornali in positivo sono: Il Giorno, con 42.221 copie vendute in edicola rispetto alle 37.816 di un anno fa; la Gazzetta di Modena, 7.751 copie vs 7.593, la Nuova Ferrara, 6.689 vs 6.603.

Tutti gli altri perdono. Si va dalle poche centinaia di copie in meno del Manifesto (8.108 vs 8.484), alle 40 mila di Repubblica. L’ex primo quotidiano d’Italia è sceso alle 183.116 vendute nel giugno 2017 dalle 223.356 di un anno prima. In mezzo tutti gli altri. Anche il Corriere della Sera ha perso terreno, ma in misura assoluta e percentuale inferiore, 13 mila copie su 216 mila; la Stampa 9 mila su 133.259. Peggio il Giornale, 14 mila copie perse in un anno da 71 mila, quasi il 20%. Repubblica sfiora il 18 per cento di calo: i lettori non amano più le posizioni estreme.

Il quadro è desolante, ha notato con dolore un vecchio leone del giornalismo italiano, Giampaolo Pansa. Sono lacrime quelle che ha versato nel suo articolo sul nuovo quotidiano, La Verità_Pansa_Bestiario (1). La Verità in giugno ha venduto 21 mila 722 copie, un anno fa non esisteva.

Sia chiaro: parliamo delle sole vendite in edicola. Esse sono la conseguenza di centinaia di migliaia di deliberati atti frutto di deliberate scelte da parte dei lettori-compratori. Questo non rileva ai fini della capacità di influenza dei giornali. Il Fatto, con le sue 35.352 copie vendute in giugno (1.300 meno di un anno fa) pesa come se ne vendesse 350 mila. Non significa nemmeno che i giornali, in quanto organizzazioni professionali e industriali di raccolta e distribuzione di notizie e opinioni siano condannati. La tecnologia e il mercato cambieranno le condizioni ma il giornale resterà. Carta? Solo digitale? Come è stato negli ultimi due secoli o sullo schermo di un telefonino?

La notizia è la materia prima del business, il modo in cui viene lavorata, impacchettata e diffusa è evoluto e evolve. Le notizie si sapevano anche all’età della pietra. Le bufale le hanno inventate i romani. Pensate le sconcezze addossate a Nerone.

Già una volta, in Italia almeno, li avevano dati per morti, negli anni ’70. Ci vollero una Federazione degli editori guidata da un grande personaggio come Giovanni Giovannini, un Governo lungimirante come quelli a cavallo del 1980, editori che non ce ne è più come Carlo Caracciolo. Vent’anni dopo i giornali sarebbero diventati hot properties che hanno arricchito molti.

Ci sono altri criteri per classificare le vendite dei giornali. C’è chi include la vendita delle copie elettroniche e allarga la classifica alla diffusione complessiva.

La copia comprata in edicola, sfogliata e letta nella sua essenza di carta è però l’unica che fornisce, integrata con la ricerca sulla lettura, Audipress, un metro utile per gli investitori pubblicitari. Nella copie elettroniche il testo si legge perfettamente, le immagini non si vedono, la pubblicità è una macchia.

Giugno, da quando si vendono giornali, è un mese buono. Hanno inizio le vacanze, c’è più tempo per leggere. Per questo nel confronto con maggio ecc

Non è un buon segnale che il Fatto sia fermo a quota 35 mila, giugno come maggio, mentre Repubblica e il Corriere della Sera, a sua volta sceso sotto quota 200 mila in maggio, hanno avuto un sussulto rispettivamente di 9 e 7 mila copie. Dovrebbe andar meglio in luglio e agosto. Auguriamo e speriamo.

Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale:

Quotidiani
nazionali
Vendite giugno 2017 Vendite giugno 2016 Vendite
maggio
2017
Il Corriere della Sera 203.571 216.403 196.438
La Repubblica 183.116 223.356 174.004
La Stampa 124.257 133.259 116.502
Il Giornale 57.312 71.557 56.451
Il Sole 24 Ore 52.823 69.661 73.971
Il Fatto Quotidiano 35.352 36.682 35.009
Italia Oggi 28.126 30.062 28.736
Libero 24.100 31.286 23.186
Avvenire 22.117 20.690 20.504
Il Manifesto 8.108 8.484 8.449

Hanno dimezzato le copie, rispetto al 2007, anche i giornali locali. Che comunque hanno retto l’urto della crisi e dell’avvento delle news online meglio dei giornali a diffusione nazionale. Nella tabella che segue li ordiniamo per numero di copie vendute.

Quotidiani
locali
Vendite giugno 2017 Vendite giugno 2016 Vendite
maggio
2017
Il Resto del Carlino 96.734 100.040 92.847
Il Messaggero 90.084 98.237 89.580
La Nazione 70.347 75.863 67.494
Il Gazzettino 46.991 49.829 45.857
Il Secolo XIX 41.732 44.007 41.257
Il Tirreno 40.354 43.420 38.534
L’Unione Sarda 37.113 40.194 36.171
Messaggero Veneto 37.307 39.343 36.494
Il Giorno 42.221 37.816 42.784
Nuova Sardegna 33.075 36.162 31.982
Il Mattino 30.923 35.049 30.968
L’Arena di Verona 23.686 24.879 22.832
L’Eco di Bergamo 22.218 24.436 22.481
La Gazzetta del Sud 20.887 23.763 20.717
Il Giornale di Vicenza 21.893 23.542 20.888
Il Piccolo 20.817 22.692 20.504
La Provincia (Co-Lc-So) 18.443 20.332 18.504
Il Giornale di Brescia 19.454 21.021 19.021
Gazzetta del Mezzogiorno 19.046 20.835 18.694
Libertà 18.084 19.159 17.699
La Gazzetta di Parma 18.190 18.732 17.810
Il Mattino di Padova 18.145 19.375 17.425
La Gazzetta di Mantova 16.782 17.762 16.671
Il Giornale di Sicilia 14.972 17.895 14.714
La Sicilia 15.647 16.965 15.608
La Provincia di Cremona 12.945 13.617 12.857
Il Centro 14.255 12.749 13.295
Il Tempo 15.263  — 14.861
La Provincia Pavese 11.497 12.831 11.597
Alto Adige-Trentino 10.005 12.670 10.160
L’Adige 12.481 12.898 11.839
La Nuova Venezia 8.308 12.454 7.706
La Tribuna di Treviso 10.818 11.479 10.839
Nuovo Quot. di Puglia 10.702 11.393 9.776
Corriere Adriatico 13.808 11.161 13.237
Corriere dell’Umbria 10.158 10.630 9.907

Dalla tabella abbiamo tenuto fuori i giornali che ad aprile 2016 risultano aver venduto meno di 10.000 copie. Sono La Gazzetta di Reggio (8.920), La Gazzetta di Modena (7.624), La Nuova Ferrara (6.549), il Quotidiano del Sud (7.040) il Dolomiten (6.914), il Corriere delle Alpi (4.653).

Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che – tranne nel caso di Tuttosport – è sempre quella più venduta.

Quotidiani
sportivi
Vendite giugno 2017 Vendite giugno 2016 Vendite
maggio
2017
Gazzetta dello Sport Lunedì 165.262 166.146 176.940
Gazzetta dello Sport 161.378 169.629 149.236
Corriere dello Sport Lunedì 87.211 91.141 112.691
Corriere dello Sport 90.243 95.777 82.795
Tuttosport Lunedì 54.895 57.650 71.885
Tuttosport 56.326 61.796 57.200

Perché insistiamo sulle vendite in edicola e teniamo distinte le copie digitali? Per una serie di ragioni che è opportuno riassumere.

1. I dati di diffusione come quelli di lettura hanno uno scopo ben preciso, quello di informare gli inserzionisti pubblicitari di quanta gente vede la loro pubblicità. Non sono finalizzate a molcire l’Io dei direttori, che del resto non ne hanno bisogno.

2. Le vendite di copie digitali possono valere o no in termini di conto economico, secondo quanto sono fatte pagare. Alcuni dicono che le fanno pagare come quelle in edicola ma se lo fanno è una cosa ingiusta, perché almeno i costi di carta, stampa e distribuzione, che fanno almeno metà del costo di una copia, li dovreste togliere. Infatti il Corriere della Sera fa pagare, per un anno, un pelo meno di 200 euro, rispetto ai 450 euro della copia in edicola; lo stesso fa Repubblica.

3. Ai fini della pubblicità, solo le vendite delle copie su carta offrono la resa per cui gli inserzionisti pagano. Provate a vedere un annuncio sulla copia digitale, dove occupa un quarto dello spazio rispetto a quella di carta.

Il confronto che è stato fatto fra Ads e Audipress da una parte e Auditel dall’altra non sta in piedi. Auditel si riferisce a un prodotto omogeneo: lo spot, il programma. Le copie digitali offrono un prodotto radicalmente diverso ai fini della pubblicità.