Vendite giornali ottobre 2017. Repubblica e Corriere mai così giù, gli altri…

di Sergio Carli
Pubblicato il 16 Dicembre 2017 - 08:31 OLTRE 6 MESI FA
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Vendite giornali ottobre 2017

ROMA – Vendite dei quotidiani in Italia sempre più giù. Ads certifica un altro mese di desolazione. Ads è l’istituto che da 40 anni registra le vendite e le diffusioni dei giornali italiani. Copie vendute e copie tarocche. Qui noi facciamo riferimento alle sole copie vendute in edicola. Ad ogni copia venduta in edicola corrisponde un deliberato gesto d’acquisto. Un gesto importante e impegnativo. Ogni volta fa almeno un euro e mezzo. Se pensate che a Venezia, ai piedi del ponte di Rialto, ho pagato un euro un caffè. Al banco, certo, ma a Venezia.
Ottobre registra cali per quasi tutti. Il confronto da fare è fra ottobre 2017 e ottobre 2016. Il calo da settembre è scontato. A settembre c’è ancora gente in ferie e in ferie si legge di più. Anche i giornali.
Il dato che colpisce di più è la continua erosione di Repubblica. Siamo a quota 163 mila. Esattamente 163.238.  Da quota 198.765 di un anno fa sono più di 35 mila copie di calo. Siamo vicini alle vendite della Stampa, scesa nel periodo di sole 6 mila copie da 124.400 a 118.600. Pensare che una volta Repubblica vendeva quasi il doppio della Stampa. Nel 1992 Repubblica vendeva il venerdì fino a 850 mila copie, negli altri giorni quasi 700 mila. Poco di meno vendeva il Corriere della Sera.

Dopo 9 anni di gestione De Benedetti, il giornale fondato da Scalfari, Caracciolo e Formenton-Mondadori sta scivolando verso il punto di non ritorno.
Viene una struggente malinconia.
Forse la spiegazione è che la gente è stufa di giornali anti, di giornale a tesi preconcetta, dove anche la cronaca nera è imprigionata dal pregiudizio. A sinistra come a destra.
Questo sospetto sembra confermato dal declino del Fatto, calato in ottobre di oltre 4 mila copie rispetto a un anno fa, pericolosamente vicino alla soglia della 30 mila copie in giù.  Un anno fa vendeva 36.403 copie, nel 2017 sono state 31.973. E la Verità di Belpietro ha iniziato  a perdere terreno: da 25.955 a 20.266 copie, un pelo sotto Libero, che è a quota 23.375. E il Giornale, fondato da Montanelli, è a 53 mila copie. 20 anni fa ne vndeva 240 mila.
Una conferma viene, al contrario, dal Corriere della Sera. Sembra aver trovato una sua collocazione. Anche il Corriere ha perso due terzi delle sue vendite di un tempo. È sceso a 191.321 copie da 205.049. Ma negli ultimi mesi il declino appare meno forte. In ottobre sono state sono 14 mila in meno, contro le 35 mila di Repubblica. Magra consolazione, il distacco da Repubblica aumenta, il Corriere è sempre più primo.
La gente vuole notizie, vincono i giornali locali, dal Giorno, sempre in crescita, questo mese passato da 37.571 a 41.200 al Corriere dell’Umbria, alla Gazzetta di Modena, alla Nuova Venezia, alla Nuova Ferrara, alla Tribuna di Treviso. Il resto è un camposanto.
Vorrei offrirvi una nota di consolazione. Già 40 anni fa, quando la maggior parte di voi non conosceva ancora questo mondo, i giornali erano dati per morti. Poi vennero Giovannini, Caracciolo, Scalfari, Lenzi. I giornali conobbero una nuova stagione gloriosa. A un certo momento il Gruppo Espresso arrivò a valere in Borsa quasi quanto la Fiat. Nonostante i disastri degli Ottone, Fiengo, Crespi. Nonostante il napalm di Berlusconi e dei suoi complici post comunisti.
Ci sarà un nuovo Messia? Non ne vedo. Costa non è Giovannini e Cairo non è né Caracciolo ne Berlusconi. Calabresi? Molinari? Travaglio? Lenzi e Montanelli si rivoltano nella tomba. Lotti e Damiano fanno di tutto per completare l’opera di devastazione. E comunque, rispetto ai giornali, non valgono un’unghia di Misasi. E nemmeno di Craxi.

Ed ecco la tabella ormai consueta, desunta da Ads, l’istituto che da 40 anni certifica le tirature e le vendite dei giornali in Italia. Per ogni testata ci sono 3 righe. Si riferiscono rispettivamente a ottobre 2017, ottobre 2016 e settembre 2017. Clicca qui per i dati precedenti.

Questo il quadro complessivo dei giornali a diffusione nazionale:

Quotidiani
nazionali
Vendite  ottobre 2017 Vendite  settembre 2017 Vendite
ottobre 2016
Il Corriere della Sera 191.321 198.761 205.049
La Repubblica 163.238 173.026 198.765
La Stampa 118.600 123.585 124.400
Il Giornale 53.729 55.779 60.705
Il Sole 24 Ore 50.844 50.549 67.192
Il Fatto Quotidiano 31.973 32.267 36.403
Italia Oggi 19.466 18.106 29.143
Libero 23.375 24.978 24.971
Avvenire 23.242 19.372 20.600
Il Manifesto 7.839 7.714 8.831
La Verità  20.266 21.286 25.955

Hanno dimezzato le copie, rispetto al 2007, anche i giornali locali. Che comunque hanno retto l’urto della crisi e dell’avvento delle news online meglio dei giornali a diffusione nazionale. Nella tabella che segue li ordiniamo per numero di copie vendute.

Quotidiani
locali
Vendite  ottobre 2017 Vendite  settembre 2017 Vendite  ottobre 2016
Il Resto del Carlino 88.750 92.136 95.631
Il Messaggero 82.899 87.012 92.565
La Nazione 64.878 67.574 72.453
Il Gazzettino 43.555 45.894 50.082
Il Secolo XIX 39.257 41.384 43.138
Il Tirreno 36.921 38.931 40.528
L’Unione Sarda 35.179 37.339 39.761
Messaggero Veneto 36.349 37.018 38.517
Il Giorno 41.200 42.192 37.571
Nuova Sardegna 30.735 32.880 34.536
Il Mattino 29.671 30.443 33.602
L’Arena di Verona 21.657 22.450 24.688
L’Eco di Bergamo 22.720 22.125 24.690
La Gazzetta del Sud 19.754 20.578 22.528
Il Giornale di Vicenza 20.275 20.957 22.355
Il Piccolo 20.254 20.190 21.974
La Provincia (Co-Lc-So) 18.264 18.430 20.037
Il Giornale di Brescia 18.639 19.043 20.222
Gazzetta del Mezzogiorno 18.222 18.674 19.952
Libertà 17.410 17.507 18.750
La Gazzetta di Parma 17.118 17.274 18.863
Il Mattino di Padova 17.147 17.374 18.279
La Gazzetta di Mantova 16.315 16.259 17.725
Il Giornale di Sicilia 14.000 14.641 16.921
La Sicilia 15.033 15.624 17.203
La Provincia di Cremona 12.720 12.590 13.582
Il Centro 11.153 11.747 12.816
Il Tempo 14.333 14.722 14.807
La Provincia Pavese 11.314 11.425 12.595
Alto Adige-Trentino 9.747 9.913 12.217
L’Adige 11.690 12.188 12.394
La Nuova Venezia 7.794 7.794 7.661
La Tribuna di Treviso 10.101 10.219 10.627
Nuovo Quot. di Puglia 9.582 10.450 10.525
Corriere Adriatico 12.673 13.137 14.223
Corriere dell’Umbria 10.595 10.725 10.273
La Gazzetta di Reggio 8.397 8.366 8.902
La Gazzetta di Modena 7.413 7.478 7.417
La Nuova Ferrara 6.310 6.548 6.495
Quotidiano del Sud 5.601 5.780 6.743
Corriere delle Alpi 4.650 4.732 4.650
Quotidiano di Sicilia 5.952 5.278 3.448

Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta.

Quotidiani
sportivi
Vendite  ottobre 2017 Vendite settembre 2017 Vendite
ottobre 2016
Gazzetta dello Sport Lunedì 162.912 174.653 170.353
Gazzetta dello Sport 139.252 159.401 146.800
Corriere dello Sport Lunedì 92.722 97.544 101.854
Corriere dello Sport 76.951 84.828 84.004
Tuttosport Lunedì 52.545 56.166 61.388
Tuttosport 45.833 52.432 54.532

Perché insistiamo sulle vendite in edicola e teniamo distinte le copie digitali? Per una serie di ragioni che è opportuno riassumere.

1. I dati di diffusione come quelli di lettura hanno uno scopo ben preciso, quello di informare gli inserzionisti pubblicitari di quanta gente vede la loro pubblicità. Non sono finalizzate a molcire l’Io dei direttori, che del resto non ne hanno bisogno.

2. Le vendite di copie digitali possono valere o no in termini di conto economico, secondo quanto sono fatte pagare. Alcuni dicono che le fanno pagare come quelle in edicola ma se lo fanno è una cosa ingiusta, perché almeno i costi di carta, stampa e distribuzione, che fanno almeno metà del costo di una copia, li dovreste togliere. Infatti il Corriere della Sera fa pagare, per un anno, un pelo meno di 200 euro, rispetto ai 450 euro della copia in edicola; lo stesso fa Repubblica.

3. Ai fini della pubblicità, solo le vendite delle copie su carta offrono la resa per cui gli inserzionisti pagano. Provate a vedere un annuncio sulla copia digitale, dove occupa un quarto dello spazio rispetto a quella di carta.

Il confronto che è stato fatto fra Ads e Audipress da una parte e Auditel dall’altra non sta in piedi. Auditel si riferisce a un prodotto omogeneo: lo spot, il programma. Le copie digitali offrono un prodotto radicalmente diverso ai fini della pubblicità.