Wikileaks, basta attacchi, la nuova strategia degli hacker si chiama LeakSpin

Pubblicato il 14 Dicembre 2010 - 20:17 OLTRE 6 MESI FA

A quasi 20 anni dalla nascita del World Wide Web, un nuovo movimento mondiale prorompe su Internet. “Verità, informazione, propagazione delle idee” le ‘parole d’ordine’ di un fenomeno che cresce esponenzialmente ogni giorno e che trova in Wikileaks il primo ‘campo di battaglia’.

A dettare la strategia è Anonymous, il network di hacker che ha conquistato le prime pagine lanciando gli attacchi contro i siti anti-Wikileaks nelle scorse settimane: il gruppo, che si definisce una comunità telematica, di ”cittadini di Internet”, ”stanchi delle ingiustizie, grandi o piccole”, che vedono ”ogni giorno”, ha annunciato una nuova operazione, denominata “LeakSpin”.

“Creeranno una serie di mirror (specchi) alle informazioni del sito talmente esteso che sarà impossibile non notarlo ma soprattutto sopprimerlo”, spiega una fonte informata.

Anonymous ha deciso di accantonare i Ddos attack, “rivelatisi poco efficaci e alla lunga prevedibili”. Ora, “gli anonimi sono invitati a cercare tra le varie rivelazioni del sito di Julian Assange le migliori e quelle rimaste in secondo piano, creare un filmato di qualche minuto”, e poi ‘intitolare’ il video in modo da attrarre gente e metterlo online.

“Usate come titolo dai Tea Party (il partito di Sarah Palin, ndr) a Bieber (un cantante pop) e pubblicate il link ovunque”, recita il manifesto degli anonimi. “Hanno già fatto una cosa del genere in un famoso attacco a Youtube – spiega la fonte -: il titolo era per esempio “stuntman” (e annunciava un capitombolo clamoroso), ma appena facevi partire il video partiva un filmato porno. Ne avevano messi online talmente tanti che ancora oggi centinaia di quei filmati sono ‘nascosti’ nei meandri di Youtube”.

Il ‘movimento’ si sviluppa anche seguendo altre strade, non strettamente legate al mondo degli esperti di informatica: il regista statunitense Michael Moore (autore di film scomodi come “Bowling a Columbine” e “Fahrenheit 9/11”), che ha versato 20.000 dollari per la cauzione di Julian Assange, ha annunciato di offrire il proprio sito e server per “per mantenere Wikileaks vivo e continuare il suo lavoro di pubblicazione dei crimini celati e commessi a nostro nome, con i nostri soldi delle tasse”.

Da Bruxelles, invece, arriva la notizia della nascita del sito “Brusselsleaks.com”, che promette di mettere “a nudo l’Unione europea” per “rendere più trasparenti le decisioni prese dietro le porte chiuse” della Commissione, del Consiglio e dell’Europarlamento Ue.

Le prime rivelazioni – annunciano i fondatori- riguarderanno i settori dei trasporti e dell’energia. Insomma, nell’anno in cui il WWW compie 20 anni, Yahoo 15, Google 12, con i ‘piccoli’ Facebook, Youtube e Twitter che non arrivano ai sei anni, si prefigura una nuova rivoluzione mediatica, a colpi di ‘leak’ ovviamente.