ROMA – Si chiama Irving Azoff l’avvocato che con la sua Global Music Rights, un team di legali fondato per rappresentare i diritti dei proprietari di musica, ha fatto causa a YouTube. Non una causa qualunque ma una causa da un miliardo di dollari. Questa la somma chiesta a YouTube.
Azoff rappresenta non solo Pharrell Williams, l’autore di Happy e uno dei rapper più ricchi del mondo ma anche molte star del rock made in Usa: gli Eagles, Chris Cornell, ex voce dei Soundgarden, il 74enne Smokey Robinson e anche i diritti dei compianti John Lennon e George Gershwin. Secondo Azoff YouTube è colpevole di non aver rimosso oltre 20mila video che hanno leso i diritti d’autore dei suoi assistiti.
Scrive Valeria Rusconi di Repubblica:
La Global Music Rights ha nel suo portfolio di clienti oltre 40 artisti ma la lista potrebbe velocemente allungarsi: una possibilità che suona davvero stonata, per dirla con una metafora musicale, è che non è certo di buon auspicio per l’imminente lancio del servizio streaming di YouTube, destinato a diventare il principale concorrente delle piattaforme di musica online come Pandora e Spotify, chiamato Music Key. Ma perché YouTube non vuole pagare i diritti d’autore agli artisti? Semplicemente perché, secondo la casa madre Google Inc., le cifre versate sarebbero perfettamente in regola poiché frutto di un previo accordo, calibrato su un modello di business che ancora non prevedeva l’esistenza del servizio Music Key. Non esattamente lo stesso punto di vista di Azoff che, scendendo in dettagli, ha spiegato che i vertici della società avrebbero intavolato trattative per la ripartizione dei diritti d’autore con le etichette discografiche proprio in vista del lancio di Music Key – avvenuto il 17 novembre scorso – evitando però accuratamente di farlo con i management dei singoli artisti.