La Formula 1 torna in Italia. A Imola week end senza pubblico ma in festa per la nuova coppia Rossa. Fiducia a Charles Leclerc e Carlos Sainz.
Torna in Italia il circus della Formula Uno. Dopo il debutto in Bahrain (28 marzo) la seconda tappa del lungo viaggio (23 gare, mai così tante) sbarca a Imola. Poi si sposta in Portogallo, Spagna, Monaco. Tornerà nel Belpaese il 12 settembre a Monza. E si concluderà ad Abu Dhabi il 12 dicembre.
Favorite la Mercedes dì Hamilton e la Red Bull di Verstappen. La Ferrari potrebbe essere la terza forza. Non di più.
È vero che la rossa è migliorata e che c’è un evidente cambio di mentalità. Ma il ritardo tecnologico accumulato non può essere colmato quest’anno. Comunque i tifosi ferraristi si aspettano quantomeno un segnale di inversione di tendenza. Magari proprio in un autodromo amico.
Il re Hamilton contro il “ribelle“ Verstappen. Il circus ha ritrovato il gusto del duello. E riaccende la memoria di sfide epiche.
Hamilton ha dalla sua la Storia: sette titoli, quasi cento Gran Premi vinti, uno stile di vita esuberante che ricorda l’immenso Muhammad Ali. L’olandese è arrivato in Formula Uno quando già Lewis era il monarca assoluto. “Ma non ha vissuto la consacrazione come Vettel. Semplicemente Max considera l’inglese un totem da abbattere” spiega Leo Turrini, ferrarista storico. “Verstappen anzi provoca il re: “Con la Mercedes, i titoli vinti da Hamilton li avrebbe conquistati pure qualcun altro”.
In Bahrain il re ha vinto con una Mercedes apparsa inferiore. Ma con una visione di gara e una capacità di gestire le gomme da vero maestro. Max si è confermato super aggressivo ma l’affidabilità Honda non pare garantita. Morale: primo Hamilton, secondo Verstappen, terzo Bottas.
Due Mercedes sul podio della Formula 1
Quarto l’inglesino Lando Norris, posto strappato con le unghie dopo aver duellato corpo a corpo con il compagno Ricciardo. A 46”466 dal re. Bene la coppia Rossa. Imola spera. Senza troppe illusioni.
Città in febbrile attesa da giorni.Il centro storico addobbato a festa con le foto di Michael Schumacher e Ayrton Senna, proprio come ai bei tempi.
Unico, grande rimpianto, il “no” ai tifosi della Formula 1
Qui ce ne stavano oltre 100mila. Checco Costa, il fondatore del circuito del Santerno (morto nel 1988 per un banale incidente stradale) si rivolterà nella tomba. Chissà cosa direbbe oggi del suo autodromo reso silenzioso, senza pubblico, svuotato della festa. Un autodromo muto. Niente voci o bandiere. Solo idrocarburi e rombi.
Bei tempi quando c’erano oltre 130mila spettatori spalmati tra Tosa, Rivazza e tribune. Ci si chiede: con distanziamenti, ingressi e uscite dedicate. Ristoranti e servizi divisi per “bolle“. Seggiolini all’aperto distanti 8-10 metri, tamponi e quant’altro, si sarebbe potuto ospitare 5-10mila spettatori. Niente. Roma non ha voluto derogare.
Il Comune chiuderà le strade attorno al circuito, almeno i tifosi potranno godersi i rombi in tutta tranquillità ed estasi. E crogiolarsi nel deliquio. Qui, nella valle dei “ mutor “ (come si dice in Romagna), i motori sono poesia.