Hamilton: “Io come Schumacher e Senna? Ho un deficit di attenzione…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Luglio 2019 - 17:44| Aggiornato il 31 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Hamilton esulta con i suoi tifosi dopo il trionfo di Silverstone. (ANSA/AP Photo/Frank Augstein)

ROMA – Lewis Hamilton, leader del Mondiale di Formula 1 e campione del mondo in carica, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Gianluca Gasparini per la Gazzetta dello Sport. Hamilton ha parlato dei paragoni con campioni del passato come Schumacher e Senna e dell’aspetto del suo lavoro che lo annoia maggiormente (i test per le gomme…). Riportiamo di seguito le sue dichiarazioni. 

«Per me il talento contiene l’ intelligenza tattica. Poi, se ne hai molto, puoi decidere di lavorare poco o tanto. Senna e Schumacher avevano una grande etica del lavoro ed è il motivo per cui hanno conquistato tanto successo. Io punto a quel tipo di atteggiamento.

Non so tradurlo in percentuale ma in F.1 ho scoperto che, anche vincendo, dovevo lavorare molto. La gente pensa non serva. Anche mio fratello mi dice: “Sei fortunato con quel talento”. Ma non basta. Tutto ciò che non si vede, l’ allenamento, le riunioni infinte con i tecnici.

In questo sono riservato e non ne parlo spesso, ma ho un deficit di attenzione, dopo mezz’ ora arriva un momento in cui non seguo più, non sono concentrato. Allora chiedo uno stop. Prima andavo avanti, stavo lì anche se sapevo che in testa non entrava più niente.

Adesso mi fermo: “Devo andare a fare un giro, devo uscire, fare qualcosa, poi torno”. Mi capiscono».

Non è tutto oro quello che luccica. Dopo tanti anni di trionfi in Formula 1, c’è un qualcosa che annoia tremendamente Lewis Hamilton, i test!

«A me non piacciono i test, quelli di gomme in particolare.C’ è gente che si taglierebbe un braccio per fare il mio mestiere, ma come in tutti i lavori del mondo c’ è una parte che col tempo diventa noiosa. Ci sono prove in cui i primi 20 giri sono belli, poi pensi che ne devi fare altri 100 e ti dici “Oh, mamma”. Sai già come va la macchina, non c’ è competizione, non è il massimo del divertimento. Ai test non sono molto interessato. Primo: non mi diverto.

Secondo: non mi migliora come pilota. Ma in Bahrain, dopo il GP, provavamo qualcosa che avevo segnalato a Barcellona e aveva richiesto un mese per ottenere i pezzi: lì ho girato io, non volevo che un altro valutasse se quella era la direzione giusta. Sfortunatamente è piovuto, così non mi sono sparato i soliti 120 giri Ma ci sono piloti felici di farlo, alcuni amano girare in tondo tutto il giorno. Non li capisco» (fonte La Gazzetta dello Sport).