Alessandro Alessandroni addio: era suo il fischio di “Per un pugno di dollari”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2017 - 12:13 OLTRE 6 MESI FA
Alessandro Alessandroni addio: era suo il fischio di "Per un pugno di dollari"

Alessandro Alessandroni addio: era suo il fischio di “Per un pugno di dollari”

ROMA – Alessandro Alessandroni addio: era suo il fischio di “Per un pugno di dollari”. Per Federico Fellini era semplicemente “il fischio”: a 92 anni è morto il maestro Alessandro Alessandroni, compositore e polistrumentista, re della musica lounge exotica, universalmente noto per aver prestato bocca e corde vocali per il fischio più celebre della storia del cinema, quello di “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone, musicato da Ennio Morricone.

Un fischio paradigmatico, da allora lo spaghetti western non sarà più lo stesso, evadendo dal recinto del genere per approdare al mainstream più cool. “È molto semplice. Mi telefonò Ennio Morricone e mi disse: ‘Sandro, vieni giù un momento, in sala, che c’è da fare una fischiatina’. Beh, era davvero una fischiatina, nulla di più, ma pensa a cosa è successo dopo… Quando abbiamo visto il film, devo ammettere che nessuno pensava che avrebbe fatto una lira”: questa la genesi del fischio raccontata dallo stesso Alessandroni.

Quel fischio ci riporta, come segnala giustamente Valeria Rusconi su Repubblica, ai tempi eroici delle grandi orchestre impegnate nelle colonne sonore dei maestri Rota, Umiliani ecc…

Ottenuto il diploma al Conservatorio di Roma, troverà un impiego nella casa di produzione cinematografica Fonolux: qui incontra il grande Nino Rota, più anziano di lui di 14 anni, che lo vuole nella sua orchestra. Poi, arrivò il fischio. Fu quasi per caso. Alessandroni, a un certo punto, si offre volontario quando Rota ha bisogno di un motivo fischiato. Fischiare diventa il suo nuovo strumento con cui giocare e uno dei momenti caratterizzanti delle colonne sonore western all’italiana. Musica a tutti gli effetti: “Le mie parti fischiate sono sul pentagramma”, spiegava Alessandroni, “e guai a perdere l’intonazione, a sbagliare”. (Valeria Rusconi, La Repubblica)