Boy George racconta la sua vita dietro le sbarre: “La galera è come la scuola, solo che non te ne puoi andare”

Pubblicato il 16 Ottobre 2010 - 01:52 OLTRE 6 MESI FA

«La galera è come la scuola, solo che non te ne puoi andare». Boy George racconta in un’intervista al Guardian i suoi 15 mesi di prigione e chiude i conti con il turbolento passato segnato dalla tossicodipendenza.

L’ex frontman dei Culture Club, che nella seconda metà degli anni ’80, dopo la fine della relazione con il batterista Jon Moss e la spirale discendente del gruppo, era diventato schiavo dell’eroina, pareva essersi disintossicato per sempre.

Finché, nell’estate del 2006, fu condannato a 5 giorni di servizi sociali: aveva simulato un furto nella propria abitazione, dopo che la polizia gli aveva trovato della cocaina in casa.

La discesa negli inferi del penitenziario avvenne però dopo l’incidente shock del 28 aprile 2007, quando la pop-star imprigionò l’escort Auden Carlsen, incappucciandolo nel suo appartamento di Londra, e poi lo picchiò violentemente con una catena.

L’aggressione gli valse la condanna a 15 mesi di carcere, che ha scontato a partire dal gennaio 2009: una lunga parentesi a cui è ora dedicato il suo nuovo singolo “Pentonville Blues”, registrato con il duo Glide & Swerve.

«Se già non fossi stato “pulito” da circa un anno, quando sono finito dentro, l’esperienza della prigione sarebbe stata senz’altro diversa» racconta Boy George. Che alcuni mesi prima dell’arresto, precisamente il 2 marzo 2008, aveva cominciato a frequentare i Narcotici Anonimi.

«Ho passato moltissimo tempo a leggere qualunque cosa, da “Cime tempestose” a “Una banda di idioti”, e ad ascoltare i dischi di Bowie. Avevo anche un lavoro in cucina» racconta il cantante, che ha tentato di trarre il meglio dalla sua esperienza dietro le sbarre.

«Alla fine ti ci abitui – continua la pop star – Ti fai degli amici, ci prendi il caffè, scambi i cd con gli altri. È come essere a scuola, tranne per il fatto che non te ne puoi andare».

Dopo 15 mesi, però, Boy George se n’è andato ed è tornato a dedicarsi alla propria carriera musicale. Oltre al singolo “Pentonville Blues”, l’ex leader dei Culture Club ha collaborato con il produttore e cantante inglese Mark Ronson, di cui a breve uscirà il nuovo album “Record Collection”.

A breve uscirà, inoltre, il nuovo disco solista di George, “Ordinary Alien”, e in vista ci potrebbe essere, per il 2012, anche una reunion dei Culture Club, in occasione del trentesimo anniversario della band.

Nel frattempo, la pop-star senza peli sulla lingua ha deciso di riconciliarsi con chi in passato aveva offeso con i suoi giudizi al vetriolo, da Elton John a George Michael. «Prima di parlare di qualcun altro ora penso: “Quel che sto per dire gli sarà utile? Lo aiuterà? Smettere di fare la vipera è stato liberatorio». I suoi fan sperano però che, con la cattiveria, il vecchio Boy non perda anche il suo spirito.