Il segreto di Cheezburger: far soldi facendo ridere con le foto buffe dei gatti

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 14:50 OLTRE 6 MESI FA

Far ridere chi naviga su Internet. Questo il segreto del successo di Cheezburger Network, una rete di 53 siti di cosiddetti “tormentoni” che solo lo scorso mese ha attirato 16 milioni di visitatori e che genera ricavi a sette zeri grazie a pubblicità, merchandising e diritti.

E per scatenare una sonora risata, anche solo per 5 minuti, Cheezburger utilizza semplici foto di gatti in posizioni o atteggiamenti buffi. L’idea nasce quasi per caso. Huh, giornalista convertitosi in imprenditore, cerca di avviare un’impresa, ma con poco successo. Quando un giorno nota che il server che ospita il blog sul suo cane Itchmo 1 creato insieme alla moglie Emily è crollato perché un sito web ha pubblicato una sua foto in hotlinking.

Si tratta di “I can has cheezburger” 2, un sito di cosiddetti lolcats (dall’inglese laughing out loud, “ridere a squarciagola”, e cats, “gatti”), ossia fotografie di gatti in pose buffe accompagnate da battute spiritose scritte in un inglese sgrammatico, o kitty pidgin, la lingua che parlerebbero i mici se ne parlassero una (esiste anche un dizionario per appassionati 3).

Huh non ci pensa un attimo e senza usare mezzi termini scrive a uno dei due fondatori del sito, Eric Nakagawa: “Hey stupido, devi smetterla”. Nakagawa si scusa e rimuove l’hotlink all’immagine. Huh intanto si ferma a riflettere: “Se un solo hotlink da questo sito è riuscito a buttar giù il mio server, dovrà ricevere un sacco di visite”. Per capirne di più, si offre di lavorare gratuitamente al sito e, quando si rende conto del suo potenziale, decide di comprarlo.

“È stato un affare remunerativo dal primo giorno”, dice oggi Huh, 32 anni e per giunta allergico ai gatti. In tre anni la compagnia è passata dalle 500mila pagine viste al giorno nel 2007 alle 340 milioni visitate lo scorso mese e ai 18 milioni di contenuti ricevuti ogni giorno dai lettori. La maggior parte del materiale pubblicato è infatti creato dagli stessi visitatori. Le immagini o i video divertenti che non si addicono a nessuno dei siti già esistenti spesso ne ispirano di nuovi.

È così che, dopo il sito per gattofili, sono nati ad esempio “Photobomb” 4, catalogo di fotografie rovinate da intrusi, “Fail Blog” 5, un blog che raccoglie tutti i progetti falliti o insensati documentati dal web, e “There, I fixed it” 6, campionario d’improbabili riparazioni fai-da-te. È su Cheezburger Network che si trova insomma quasi tutto quel genere di contenuti che poi diventa virale su Facebook o Youtube.