Bob Dylan a 70 anni sbarca per la prima volta in Cina e incanta Pechino

Pubblicato il 7 Aprile 2011 - 18:43| Aggiornato il 8 Aprile 2011 OLTRE 6 MESI FA

PECHINO (CINA) – Ha 70 anni, ma non li dimostra. Bob Dylan, che è nato nel maggio del 1941, ha tenuto oggi magistralmente la scena nel suo primo concerto cinese, al Ginnasio dello Stadio dei lavoratori di Pechino. Vestito di nero con un cappellaccio grigio da cowboy, accompagnato da un gruppo di tutto rispetto (Stu Kimball e Charlie Sexton alle chitarre Donnie Herron al mandolino elettrico e occasionalmente alla chitarra, Tony Garnier al basso, e il batterista George Recile), Dylan ha attraversato tutto il suo repertorio restando sul palco per quasi due ore. Alle “classiche” come It’s all over now, baby blue, Highway 61 Revisited, Tangled up in blue e Ballad of a thin ma, l’ artista ha alternato le meno conosciute e più recenti Love sick, Spirit on the water e Tweedle Dee & Tweedle Dum.

Tutti arrangiamenti nuovi e inediti, che hanno reso difficile anche agli esperti dyalonologi presenti – quasi tutti occidentali – riconoscere i “pezzi” alle prime note, un problema che per il pubblico cinese non esisteva. “A me è veramente piaciuto – ha detto un giovane critico musicale di nome Zhou alla fine del concerto – certo non posso dire di conoscere bene la sua musica, dovrò fare una lunga ricerca su Internet nelle prossime ore…”. Per due volte, Dylan è stato richiamato sul palco dal pubblico, che ha ascoltato in piedi, battendo le mani al ritmo della batteria di Recile, gli ultimi tre pezzi cioé, nell’ ordine, i “superclassici” Like a rolling stone, All along the watchtower e Forever young. Il leggendario cantautore ha dimostrato di aver conservato la sua voce – roca, come sempre, ma potente – e ha suonato in diversi momenti la chitarra, l’ organo e, suscitando ogni volta un applauso, l’ armonica a bocca. Il Ginnasio, che contiene un massimo di 12-13 mila posti era pieno per poco più della metà e, a pochi minuti dall’ inizio del concerto, i bagarini svendevano i biglietti al di sotto del prezzo minimo di circa 50 euro. I biglietti più costosi, quelli per le poltrone disposte sotto il palco, sono stati venduti a 1.961,411 yuan (più di 200 euro) in omaggio, secondo gli organizzatori, alla data del primo concerto tenuto da Dylan a New York, l’ 11.4.1961 (in Cina, le date si scrivono mettendo prima l’ anno, poi il mese e infine il giorno). Wei Ming, manager la Gehua Live Nation, la società organizzatrice cinese, ha sostenuto che il concerto di Dylan- che replicherà venerdì 8 a Shanghai – aprirà la strada alla crescita del mercato della musica rock in Cina: un obiettivo che, se ci si basa sulle presenze di oggi al Ginnasio, appare ancora lontano.

Se qualcuno si aspettava una dichiarazione politica da Bob Dylan – che ha combattuto per 40 anni per scrollarsi di dosso l’etichetta di cantante “militante” – è rimasto deluso. Il primo concerto di Dylan in Cina ha infatti coinciso con una severa ondata di repressione del dissenso che, secondo gli attivisti dei diritti umani, è la più intensa dal 1989, anno del massacro di piazza Tiananmen. L’ ultimo a farne le spese è stato l’ artista Ai Weiwei, fermato domenica scorsa dalla polizia e da allora “scomparso” in una sorta di detenzione extragiudiziale, uno strumento che le autorità cinesi usano con sempre maggiore frequenza. Le autorità hanno dimostrato di temere la fama di protestatario del cantautore riempiendo il teatro di poliziotti in divisa e in borghese e, stando a voci circolate insistentemente, comprando 2000 biglietti che sarebbero stati distribuiti agli impiegati del ministero della cultura.

Le immagini del concerto: