Dream Theater dal vivo: febbre progressive a Pordenone

Pubblicato il 20 Febbraio 2012 - 00:13 OLTRE 6 MESI FA

PORDENONE, 20 FEB – Circa tremila spettatori sotto il tetto del palasport Forum di Pordenone hanno accolto questa sera con un autentico boato il ritorno su un palco italiano dei Dream Theater. Unica data prevista nel nordest della penisola, quella andata in scena nel Friuli Venezia Giulia arrivava dopo i trionfali concerti di Budapest e Vienna per anticipare quelli, entrambi molto attesi, di domani a Milano e mercoledi' a Perugia. Poi, la band di Boston spicchera' il volo verso la Spagna.

Aperta dagli emergenti Periphery (giovane e piuttosto ruvido combo a stelle e strisce costantemente a cavallo tra metal, hardcore e progressive con cinque elementi su sei sempre disposti in linea a bordo palco), la serata ha regalato un prevedibile sussulto quando sul palco e' salita la premiata coppia Petrucci-Myung, affiancata dalla voce del carismatico Marc LeBrie, dalle tastiere rotanti di Jordan Rudes (zero capelli ma candido pizzetto da record) e dal nuovo e imberbe Mike Mangini, seminascosto ma assai potente dietro a una monumentale e composita batteria. Un macabro e talvolta gutturale intro, corredato da un cartone animato in onda sui tre schermi a forma di dado sul fondo del palco, anticipa l'ingresso on stage dei Dream Theater che salutano il loro pubblico con 'Bridges in the sky' per rinverdire i fasti del luglio scorso dall'ippodromo delle Capannelle di Roma con replica immediata a Verona.

E ora, sette mesi piu' tardi, una scenografia piuttosto sobria accompagna il loro ritorno con un 'A dramatic tour of events' (gioco di parole per promuovere il nuovo e quasi omonimo album 'A dramatic turn of events') forte di una scaletta strutturata per valorizzare le varie tappe di una carriera ormai forte di 13 album ma anche per presentare i brani della piu' recente fatica discografica (cinque citzioni, compreso lo hit 'On the back of angels').

Nel bene e nel male, i Dream Theater confermano il titolo di piu' importante gruppo prog-metal internazionale tra grande pulizia nell'esecuzione, immensa perizia tecnica e precisione maniacale. Ma anche interminabili suite che talvolta appannano la concentrazione del pubblico e lunghi assoli piu' funambolici che fantasiosi. La chitarra dell'ex G3 John Petrucci, uno dei maghi assoluti della sei corde metal, non tradisce le attese alla pari del basso dell'altro fondatore, John Myung, inarrivabile per moltissimi colleghi. 15 milioni di album venduti parlano chiaro e per quasi due ore (fino alla conclusiva 'As I am') si prosegue omaggiando anche i pluripremiati 'Images and word' (la ballatona strappacuore 'Sourrended' e 'Wait for sleep), 'Awake' ('6:00'), 'Systematic chaos' ('The dark eternal night'), 'Images and words' ('Wait for sleep') e e persino l'album d'esordio 'When dream and day unite' ('A fortune in lies').

A un interminabile e vario assolo di Mangini il compito di fare da spartiaque e il concerto decolla proprio con 'A fortune in lies', prima di una lunga galoppata che, immancabile parentesi acustica compresa, non trascura neppure 'War inside my head', 'The spirit carries on' e Breaking all illusions' che prelude al bis e al suggestivo outro di commiato.