Festival di Sanremo, le pagelle della prima serata

Pubblicato il 15 Febbraio 2012 - 01:18 OLTRE 6 MESI FA

SANREMO, 14 FEB – Annullato il voto della giuria ma non il giudizio di chi guarda, ecco le pagelle della prima serata del Festival di Sanremo.

DOLCENERA – Ci vediamo a casa – 5 – Look un po' datato, ma meno panterona del previsto. Un pop elettronico che cerca l'orecchiabilita' ma rimane impantanata nelle solite note. In piu' i primi versi sono stati condizionati da una piu' che giustificabile emozione.

SAMUELE BERSANI- Un pallone 6 – Uno swinghettino gradevole accompagna uno dei testi migliori del festival. Bersani e' chiaramente bloccato dall'emozione, ma il pezzo ha potenzialita' radiofoniche.

NOEMI – Sono solo parole – 8 – E' una bella canzone, scritta da Fabrizio Moro e prodotta benissimo da Corrado Rustici. Noemi la canta con la sua caratteristica intensita' e la sicurezza di una veterana. Performance che nobilita il festival.

FRANCESCO RENGA- La tua bellezza 6 – Evento raro, Renga all'inizio e' impreciso, ha bisogno di qualche verso per ritrovare l'intonazione. Il brano, uno dei candidati alla vittoria, e' un mix di aria pop e rock, scritta su misura per le doti vocali di Francesco Renga che stasera ha pagato lo scotto della tensione da Ariston.

CHIARA CIVELLO – Al posto del mondo – 5 – Chiara Civello e' un'interprete che in un ambito jazz ha ottenuto meritati riconoscimenti. Per arrivare a Sanremo le hanno affidato un brano datato, che suona come un maldestro tentativo di suonare alla Piazzolla. Un'occasione sprecata per far arrivare all'Ariston sonorita' diverse dal solito.

IRENE FORNACIARI – Grande Mistero – 5 – Ci mette grinta come se fosse sufficiente a ottenere il passaporto per la qualità. Come se volesse scrollarsi di dosso il peso di essere presentata ogni volta come "una cresciuta a pane e rhythm and blues", che è un po' come dire che i neri hanno il ritmo nel sangue, ha cantato un pezzo, in italiano, di Davide Van De Sfroos. Ma sembra ancora in cerca dell'autentico status di big.

EMMA – Non e' l'inferno 6 – Candidata alla vittoria finale, sempre molto compresa nel ruolo di cantante tutta grinta, si presenta con un pezzo impegnato su un reduce che non trova lavoro. Per le sfumature e l'eleganza ci sara' tempo.

MARLENE KUNZ – Canzone per un figlio 5 – Peccato. Godano e compagni, presentati come ''l'unico gruppo che fa rock in Italia'', sono arrivati all'Ariston con un brano innocuo che non lascia tracce. Le emozioni sono rimaste lontane.

EUGENIO FINARDI – E tu lo chiami Dio 6 – Chiamato a rappresentare la categoria cantautori, Finardi ha portato all'Ariston una riflessione su Dio cantata con elegante disinvoltura e il giusto disincanto. G

IGI D'ALESSIO-LOREDANA BERTE' – Respirare 5 – Il brano per certi aspetti e' una sorpresa. Sul look della Berte' il bon ton impone di sorvolare. C'è una certa orecchiabilita', ma continua a sfuggire il senso della strana coppia.

NINA ZILLI – Per sempre 7 – Nina Zilli e' uno dei personaggi più interessanti della musica italiana. Il pubblico la conosce come italica soul sister: in gara porta un brano molto Italia anni '60, impegnativo, appassionato, accattivante, che ricorda Mina.

PIERDAVIDE CARONE – LUCIO DALLA – Nani 4 – Carone e' l'autore dei leggendari versi ''in tutti i luoghi in tutti mari''. Quest'anno si inserisce nel filone delle storie di prostituzione disperata con la benedizione di Lucio Dalla che dirige l'orchestra e vocalizza. Niente di piu'.

ARISA – La Notte 6 – Canta bene un brano intimista che promette emozioni che non arrivano. Manca un ritornello, altrimenti poteva essere un successo.

MATIA BAZAR- Sei tu 5 – Per tornare a Sanremo si e' rimessa insieme la formazione con Silvia Mezzanotte. Nella lunga carriera del gruppo si sono ascoltate cose migliori.