INFERNVM, Murubutu e Claver Gold ci guidano nell’Inferno di Dante L’INTERVISTA

di Gianluca Pace
Pubblicato il 31 Marzo 2020 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA
Claver Gold e Murubutu, l'intervista

INFERNVM, Murubutu e Claver Gold ci guidano nell’Inferno di Dante L’INTERVISTA

ROMA – Esce oggi INFERNVM, il concept album a quattro mani, quelle di Murubutu e Claver Gold, che ci guida fra le atmosfere e i personaggi dell’Inferno della Divina Commedia di Dante.

Prima di tutto: come state? Dove siete? Come state vivendo questa situazione?

“Io – mi spiega Claver Gold – sono a casa. Non sono un grandissimo viveur, quindi questo stato di reclusione lo vivo abbastanza bene. Sto cercando di recuperare le letture e i film che mi ero promesso di leggere e guardare. Sicuramente c’è chi sta molto peggio di me”.

“Diciamo… abbastanza bene – ora è Murubutu a parlare – Devo dire che io ho la fortuna di avere un giardino e di abitare in campagna e quindi sono un po’ meno oppresso di altri. Poi qua a Reggio il numero di vittime è un po’ più basso rispetto alla media della regione e quindi… ce la caviamo”.

Parliamo del disco. Com’è nata l’idea di lavorare insieme ad un album?

Claver Gold: “L’idea nasce da un mio pensiero fatto a Murubutu durante una serata, ero convinto che Alessio fosse stato il compagno ideale per affrontare questo viaggio. E sono contento che si sia mostrato disponibile. Era tanto che volevamo fare un disco insieme”.

Murubutu: “Era tanto tempo che ne parlavamo soprattutto in virtù della nostra amicizia. Avevamo già fatto tanti featuring e avevamo voglia di realizzare una cosa insieme che avesse però, insomma, un corpo sostanzioso. Era un po’ che ci rincorrevamo negli intervalli tra gli album solisti e per fortuna siamo riusciti a trovare il momento giusto”.

“Claver – mi racconta ancora Murubutu – è sempre stato molto affascinato da un mio pezzo che è la Murubeide. Pezzo che parla, per l’appunto, di una catabasi e volevamo ritornare su questo argomento in modo approfondito e articolato. Quindi: perché non dedicargli un album?”.

La vostra è una collaborazione che ormai va avanti da anni. Com’è nata questa amicizia?

Claver Gold: “Ci siamo conosciuti a Bologna, all’XM24, durante una serata. Da quel giorno, credo fosse il 2011, siamo rimasti in contatto e siamo diventati amici. E ora abbiamo un bel rapporto”.

Murubutu: “La nostra è un’amicizia che è nata attraverso il rap. Ci presentò Kyodo dei Fuoco Negli Occhi di Bologna”.

Cosa vi accomuna?

Claver Gold: “Ci accomuna l’obiettivo, che è quello di poter ancora raccontare qualcosa con il rap, di poter regalare emozioni e di poter trovar empatia con l’ascoltatore”.

Murubutu: “Sicuramente c’è la volontà comune di portare la scrittura a un fine alto e c’è anche una volontà di parlare di quelli che sono i dettagli della realtà, sia a livello emotivo che a livello di realtà sensibile”.

Il primo singolo dell’album, Paolo e Francesca, è uscito nel cosiddetto Dantedì, il 25 marzo, la giornata dedicata a Dante. Il 25 marzo del 1300, si dice, ebbe inizio il viaggio di Dante nella selva oscura.

Perché Dante? Perché avete scelto un concept album sull’Inferno della Divina Commedia?

Claver Gold: “Perché l’immaginario dell’Inferno è un argomento che ha colpito tutti nella vita. L’Inferno è quello che viviamo ogni giorno, di cui tutti facciamo parte. E’ un viaggio che si può intraprendere solo in due. Soli siamo nessuno”.

Murubutu: “E’ stato Claver a propormelo, io, ammetto, avevo qualche dubbio all’inizio perché mi sembrava un mare magnum. Però, confesso, in realtà lui aveva già qualche idea su come affrontare il tema e su come attualizzarlo e alla fine mi ha, decisamente, convinto”.

In Paolo e Francesca c’è anche la voce di Giuliano Palma. Com’è nata questa collaborazione?

Claver Gold: “Eravamo in cerca di una voce soul che potesse dare freschezza al disco, Appena ci è stata proposta quella di Giuliano Palma siamo stati entrambi immediatamente d’accordo”.

Murubutu: “Beh, avevamo delle conoscenze in comune. Chiunque è cresciuto negli anni ’90 ha come riferimento Palma, non solo per i Casino Royale ma anche per i Bluebeaters. Una voce, quella di Palma, che si prestava decisamente a una canzone che fondamentalmente è d’amore”.

In Pier si passa al canto XIII dell’Inferno, al canto della selva dei suicidi, al canto, quindi, di Pier della Vigna.

Nella canzone il tema del suicidio viene attualizzato e Pier della Vigna diventa semplicemente Pier.

Nella canzone si parla di bullismo, di branco, di solitudine, di odio social. Com’è nata l’idea?

Claver Gold: “Volevamo riportare alcuni temi nel quotidiano, trattare alcuni personaggi in chiave moderna sempre per lo stesso motivo: l’Inferno alcune persone lo vivono tutti i giorni”.

Murubutu: “Ma guarda è stata un’idea mia. Volevamo utilizzare l’Inferno anche per prelevare delle figure e attualizzarle. Non volevamo essere semplicemente didascalici. Lo abbiamo fatto per prima con Taide che, per altro, è una figura decisamente minore dell’Inferno. Una figura, quella di Taide, che abbiamo recuperato e attualizzato in una prostituta. E così abbiamo cercato e trovato dei paralleli attuali anche in Pier della Vigna. Paralleli che ci sono perché, suicidio a parte, Pier della Vigna, effettivamente, fu bullizzato e ostracizzato perché, in fondo, erano invidiosi di lui e del suo rapporto con il potere. Poi lui decise di uscire da tutte queste calunnie attraverso il suicidio”.

Malebranche. Questa è la canzone dedicata ai barattieri, a chi, quindi, ha usato la propria carica, il proprio ufficio, per arricchirsi.

Passano i secoli, cambiano le società ma, in fondo, l’uomo, con i suoi pregi e con i suoi difetti, è sempre lo stesso?

Claver Gold: “Alcuni tipi di persona continuano inevitabilmente a ripercuotersi sulla società. E’ stato e sarà sempre così. Nonostante innumerevoli miglioramenti, ci sarà sempre il bene e il male”.

Murubutu: “Assolutamente sì. Il bello della Divina Commedia è che pur essendo così tanto contestualizzata nella realtà toscano-italica del 1300 in realtà è sempre attuale perché, per l’appunto, i peccati umani che Dante condanna sono, nella maggior parte, attualizzabili. Uno degli aspetti più interessanti della Divina Commedia è anche quando Dante è titubante rispetto a determinati peccati. E qui si apre uno squarcio su quella che è una condanna formale ma con un’assoluzione sostanziale”.

Dante alla fine nella Divina Commedia rappresenta proprio l’uomo, con i suoi peccati e i suoi difetti.

“Certo – continua Murubutu – Poi è facile condannare i barattieri e meno facile condannare la tracotanza di Ulisse”.

Malebranche ha anche un altro piano di lettura. Cito alcuni versi di Claver Gold: “‘Sti barattieri che ora lo fanno per moda/mi parlano dei quartieri/mi parlano della droga”.

Chi c’è nel mirino?

Claver Gold: “Chi ha venduto questa cultura per soldi!”.

Murubutu: “Beh, questa la passo. Le rime sono di Claver…”.

“Questi colleghi che non salutan le gente/la vita gli ha dato tutto, non han paura di niente/perché non temono il lutto, saranno ricchi per sempre/sono costretti a nuotare dentro ad un mare di pece bollente”.

Qui il riferimento è ancora più preciso?

Claver Gold: “Non c’è niente di personale, anzi… Ho solo inserito uno dei personaggi del momento in un girone infernale, come avrebbe fatto Dante probabilmente. Credo che quello sia il posto giusto. Non è un dissing né una frecciata, è soltanto la constatazione della realtà”.

Ne risponde personalmente Claver?

Murubutu qui ride: “Sì, sì. Beh è giusto cosi”.

Viviamo, purtroppo, in tempi cupi. Come possono aiutarci in questi giorni la musica e la cultura?

Claver Gold: “Possono rendere più piacevoli le nostre giornate arricchendo anche il nostro bagaglio culturale. Non c’è niente di meglio per sentirsi bene”.

Murubutu: “La musica è fondamentale per chi, soprattutto, la ascolta. La musica può diventare un modo per estraniarsi, per reinterpretare diversamente, per unire e per trovare anche dei momenti di conforto nel dramma che stiamo vivendo”.

“La scuola – qui Murubutu risponde da professore – può essere fondamentale per dare continuità, per continuare a creare comunità, per dare un senso di speranza e poi, nello specifico, la storia ci dimostra che le epidemie ci sono sempre state, sono state terribili, ma sono state superate. E consideriamo che le nostre generazioni precedenti, i miei nonni per esempio, hanno visto due guerre e hanno visto diverse epidemie, come il colera o la spagnola. Noi ne abbiamo visto solo una e se abbiamo questo senso storico non possiamo lamentarci”.

Dopo l’Inferno sarà la volta di altri concept album sul Purgatorio e il Paradiso?

Claver Gold: “Probabilmente no… Siamo ancora indecisi su cosa fare. Gli altri due canti non hanno la potenza dell’Inferno, soprattutto il Paradiso”.

Murubutu: “Questo è un esperimento e quindi vedremo un po’ cosa fare. Questo disco è nato per la voglia di collaborare insieme e per ora non c’è un progetto rispetto al futuro e non c’è un progetto ancora rispetto a Dante. Dubito che torneremo su Dante anche perché la parte più bella, lo sappiamo tutti, è l’Inferno. Se dovessimo tornare sulla letteratura ci sono, naturalmente, tantissime possibilità diverse a partire dal Decamerone di Boccaccio”.

Boccaccio, in effetti, è forse il più attuale al momento.

“Di questi tempi – conclude Murubutu – più che mai”.