Jimi Hendrix non morì accidentalmente, fu ucciso: secondo il suo ex tecnico del suono lo fece fuori il manager per riscuotere l’assicurazione sulla vita

di Giancarlo Usai*
Pubblicato il 1 Giugno 2009 - 15:20 OLTRE 6 MESI FA

Sono passati quasi quarant’anni dalla morte di Jimi Hendrix, eppure il mistero sulle cause del decesso non si è concluso. Ci pensa il suo ex tecnico del suono, James “Tappy” Wright a riaprire il dibattito, con un libro di prossima uscita in Gran Bretagna. Per Wright, Hendrix non morì di overdose da barbiturici, come recitano i referti medici del 18 settembre 1970, ma per un vero e proprio omicidio pianificato dal suo agente, Michael Jeffery.

Un assassinio confessato dal suo stesso autore a Wright un anno dopo il decesso di Hendrix, dopo una notte trascorsa dai due tra fiumi di alcool. Il movente era il denaro: il manager sapeva che l’artista stava per lasciarlo e così, per riscuotere l’assicurazione sulla vita, aveva deciso di ucciderlo. Gli fece ingerire alcune pillole e in seguito si presentò a riscuotere il premio, due milioni di dollari.

Non è la prima volta che Jeffery viene messo all’indice: in passato era stato accusato di spiare Hendrix (ritenuto un “sovversivo”) per conto dell’Fbi. Il fatto è che l’agente, ora accusato da Wright di omicidio, è morto in un incidente aereo nel 1972: facile attaccarlo quindi, difficile invece che lui riesca a difendersi.

*Scuola di Giornalismo Luiss