Lady Gaga trionfa a Torino: le immagini della festa dei “piccoli mostri”

Pubblicato il 10 Novembre 2010 - 15:43 OLTRE 6 MESI FA

”Stasera, quando uscite di qui, voglio che ne usciate amando un po’ di più voi stessi, rifiutando chi vi ha fatto sentire esclusi, fuori dal gruppo o non abbastanza carini, perché in ognuno di voi c’è una dannata rockstar”. Pochi eccessi, molti messaggi positivi nel primo concerto italiano di Lady Gaga a Torino, dove diecimila ”little monster”, così la popstar chiama i suoi fans, si sono radunati per il suo Monster Ball Tour.

Dal palco di Torino li saluta in italiano: ”Vi amo, piccoli mostri”. Poco dopo dedica ”ai gay italiani e al loro orgoglio” la canzone ”Boys Boys Boys”, e suona ”Speechless” al piano avvolta nella bandiera arcobaleno simbolo del movimento gay. Accenna alle sue origini italiane: ”Non so molto la vostra lingua, ma so cucinare italiano come una fottuta signora”.

Uno show che, se non poteva basarsi solo sui pochi pezzi dei due album di Gaga usciti finora (il nuovo ”Born This Way” uscirà nel 2011), ha tenuto tutti col fiato sospeso per le scenografie e i costumi di Lady Gaga, che cambiavano continuamente. Tra le mise più esagerate della serata – tutte disegnate dalla maison Giorgio Armani che collabora coi creativi della Gagas Haus – un gigantesco abito fatto interamente di capelli biondo platino, a frange, una porpora cardinalizia con enormi spalline a punta e il costume da angelo in fibre ottiche, nylon e ali di plexiglass sfoggiato in ”So Happy I could Die”.

Non mancano i riferimenti alla religione, che ricordano la sua arcinemica Madonna: ”Gesù ci ama tutti – dice, col collo coperto di sangue durante “Teeth” – indipendentemente dalla nostra razza e dalle nostre preferenze sessuali”. E anche toni molto burlesque: il pianoforte che prende fuoco, i ballerini toy-boy, la monumentale drag-queen Posh che duetta con Gaga per tutta la prima parte del concerto. La popstar, che ha di recente messo su qualche chilo, ha lanciato messaggi rassicuranti anche alle donne del pubblico: ”Guardatemi, sono ingrassata, ma nella mia famiglia mi hanno insegnato che una donna non e’ una donna senza un bel sedere e qualche curva”.

E ai ragazzini: ”A scuola i bulli mi tormentavano, ma io mi ripetevo che sarei diventata una star essendo me stessa”. Insomma la dark lady del pop icona di questi anni distribuisce al suo popolo i suoi valori. E pazienza se, a parte tutto, a parte cioe’ la perfezione e l’energia della serata, ogni tanto viene da chiedersi il perche’ e il senso profondo di tutto questo. Gran finale, poi, con tutti i pezzi forti della star: ”Alejandro” con, sullo sfondo, un’immagine sacra in argento e in pista molti crocifissi, ”Poker Face” e poi, dopo un interludio techno servito a preparare la sorprendente scenografia finale, ”Paparazzi” (su questa canzone mostra io suo storico reggiseno lanciafiamme) e ”Bad Romance”.

Quest’ ultima canzone, che le è valsa pochi giorni fa l’ Mtv Award, Gaga la canta tra gli applausi del pubblico che quasi la coprono: sullo sfondo del palco il ”Fame Monster”, un enorme polipo viola di cartapesta, dai denti acuminati, insegue la popstar: è il mostro della fama, il suo mostro personale.