Michael Jackson non dormì per 60 giorni prima di morire

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Giugno 2013 - 22:09 OLTRE 6 MESI FA
Michael Jackson non dormì per 60 giorni prima di morire

Michael Jackson non dormì per 60 giorni prima di morire (Foto Lapresse)

LOS ANGELES – Se non fosse stato per quell’overdose di anestetico, il Propofol, Michael Jackson sarebbe morto comunque di lì a poco: morto letteralmente di sonno. Il Re del pop non dormì (realmente) per sessanta giorni prima della sua scomparsa. E’ quanto sostenuto da Charles Czeisler, perito medico al processo che la madre Katherine (e i figli) di Jacko, hanno intentato contro il promoter, AEG, di quelli che sarebbero dovuti essere gli ultimi concerti della popstar.

Secondo il perito, prima della fatidica notte, Michael Jackson non avrebbe mai raggiunto la fase Rem per 60 giorni, a causa della sua insonnia, arrivando ai limiti della sopportabilità umana. La fase Rem, è bene specificarlo, non è solo quella in cui notoriamente si sogna, ma anche quella in cui si rigenerano le cellule e l’organismo in generale.

Per combattere quella terribile insonnia che lo tormentava da anni, Michael Jackson avrebbe cercato di procurarsi una sorta di coma indotto, proprio grazie a quel farmaco che gli fu fatale. Czeisler lo ha spiegato così in tribunale: “E’ come se il cantante avesse ingerito dei trucioli di legno invece che del cibo. Lo stomaco si riempie e uno non sente la fame, ma le calorie sono zero e non si assimila nessun principio nutritivo”.

La testimonianza del dott. Czeisler non depone certo a favore di Aeg, il promoter imputato, che secondo l’accusa avrebbe spinto Jacko a rivolgersi al dottor Murray, a sua volta accusato di omicidio involontario per la morte della popstar. Entrambi volevano che Jackson riuscisse a riposare prima della serie, anch’essa record, di concerti che avrebbe dovuto tenere a Londra nel luglio del 2009.