Mina: “Grillo spauracchio dell’ideologia del bunga e dell’antibunga”

Pubblicato il 6 Maggio 2012 - 10:07 OLTRE 6 MESI FA

Mina

GENOVA – Beppe Grillo come spauracchio dell’ideologia del bunga e dell’antibunga. Così Mina definisce il leader del Movimento 5 Stelle in una lettera che la cantante ha pubblicato sul blog del comico a poche ore dal voto per le amministrative. Nella lettera Mina fa anche un riferimento al tentativo dei politici di rifarsi una verginità e scrive: ”Prima regola che si impongono i neovergini è quella di non nominare mai il nome dell’interessato”, ossia Beppe Grillo. La lettera è titolata “I politici e l’imenoplastica”.

La cantante accusa la classe politica italiana di volersi fare per ”l’ennesima volta una imenoplastica”, intervento eseguito in day hospital da un chirurgo per ricostruire una nuova membrana simile all’imene dopo aver avuto una prima esperienza sessuale. La cantante sostiene che ”ad impegnarsi a reclamare tale ammodernamento anatomico si sono impegnati i grandi uomini della prima, della seconda, della terza, della quarta, dell’ennesima Repubblica…”, ma ”è arrivato il colpo finale, la mazzata che ammutolisce la sala della televisione: Beppe Grillo”. Mina definisce il comico genovese ”incontrollabile, sottovalutato, diverso: è adesso minaccioso veramente. Compare sostanzioso nella sua percentuale e inarrestabilmente spacca equilibri e logiche. Non ne avevano mai parlato. Nel calderone dell’antipolitica ci stava tutto, Beppe Grillo compreso”.

La cantante sottolinea: ”Che bisogno c’era di aver paura di un’alternativa senza qualifica, appartenenza, categoria di riferimento? L’ideologia del bunga e dell’antibunga erano sufficienti a eletti ed elettori per il funzionamento di Stato, società e politica estera. Ora bisogna fare i conti con lo spauracchio. Prima regola che si impongono i neovergini e’ quella di non nominare mai il nome dell’interessato”. Per Mina Beppe Grillo è ”la volgare citazione”, che ”appare scritta negli sfondi degli studi e, al massimo, velocissimamente pronunciata da scioglilinguisti allenati. Vengono impegnati, poi, scrittori dal costo elevato per la edificazione della muraglia di discredito che comprenda intelligentissimi riferimenti al qualunquismo, all’utopia, al populismo, alla sovversione, all’anacronismo, all’irrispettosità, all’inconsistenza”.

Mina conclude dicendo che i politici sono ”contenti delle strategie impostate, appagati ogni tanto da un più zero, qualcosa, si godono il prurito dei genitali riparati”.