La morte della Callas non fu un suicidio: soffriva di una malattia degenerativa che attacca i muscoli

Pubblicato il 13 Dicembre 2010 - 13:56 OLTRE 6 MESI FA

Maria Callas

Era il 16 settembre 1977 quando Maria Callas si spegneva nella sua casa di Parigi, a causa di un arresto cardiaco ‘sospetto’, che per molto tempo fu ritenuto un espediente per giustificare un suicidio, legato alla lunga depressione amorosa dopo la rottura con l’armatore greco Aristotele Onassis nel 1960 ed il lento declino nella carriera.

Due foniatri dell’università di Bologna, Franco Fussi e Nico Paolillo, hanno analizzato le registrazioni dal vivo e in studio della soprano e confermato la diagnosi di dermatomiosite stilata dal medico Mario Giacovazzo, che visitò la cantante nel 1975 ma rivelò il segreto solo nel 2002. La malattia di cui la Callas soffriva è degenerativa e provoca un lento e inesorabile cedimento dei muscoli e dei tessuti. Un cedimento delle corde vocali sarebbe quindi compatibile con la variazione della voce della Callas e con i suoi problemi faringei, che alla fine della sua carriera la portarono ad un registro da mezzosoprano.

Analizzando anche gli ultimi video della Callas è evidente il cedimento muscolare legato alla patologia, che emerge da come la cassa toracica stentava ad aprirsi nell’atto di inspirare e da come contratti apparivano i deltoidi. Il quadro clinico avanzato da Paolillo e Fussi dà ragione alla diagnosi di morte per arresto cardiaco:  la cura per la dermatomiosite è a base di cortisonici e farmaci che a lungo termine comportano un aggravamento dell’insufficienza cardiaca che la malattia induce sul cuore, anch’esso muscolo.

Il lento declino della carriera e la morte di Maria Callas, oggetto di curiosità dagli scettici che in quella morte vedevano un suicidio, sono frutto di un declino fisico legato ad una patologia insidiosa e non curabile, degenerativa, che l’ha stroncata e accompagnata nel periodo di sofferenza anche emotiva. L’alone di mistero che avvolge questa morta sembra comunque non destinato a sparire, infatti il forte, e inspiegabile, dimagrimento che la vide perdere 30 chili nel 1954 potrebbe essere compatibile con il cedimento muscolare osservato, a prescindere dal fatto che fosse o meno afflitta dalla malattia.