Morto Ravi Shankar: il re del sitar che ispirò i Beatles e i Rolling Stones

Pubblicato il 12 Dicembre 2012 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA
Ravi Shankar e la figlia Anoushka (Foto LaPresse)

NEW DELHI – Ravi Shankar è morto a 92 anni il 12 dicembre. Shankar, famoso maestro di sitar, il tipico strumento a corde indiano, ha contribuito alla diffusione della musica classica indiana nel mondo. Era definito ”l’ambasciatore culturale” dell’India e tra i suoi ammiratori c’era l’ex Beatles, George Harrison. La sua musica ha influenzato varie composizioni dei Beatles e dei Rolling Stones.

Shankar nacque a Varanasi nel 1920 e lascia la moglie Sukanya e due figlie musiciste, Anoushka, che come il padre suona il sitar, e la cantante Norah Jones, in verità mai ufficialmente riconosciuta. La collaborazione con Harrison durò almeno un decennio e si materializzò in un primo grande appuntamento: il Concerto per il Bangladesh dell’agosto 1971 a cui parteciparono 40.000 persone.

L’album prodotto in quella occasione permise a Shankar di vincere il secondo Grammy Award dei 3 da lui ottenuti. Per tutti gli anni ’70 il maestro del sitar e il leader dei Beatles lavorarono insieme in lunghi tour negli Stati Uniti ed in Europa. Un ritmo stressante che causò al musicista indiano un infarto a Chicago nel novembre 1974.

Fra i numerosi eventi che hanno segnato la sua carriera artistica, una esibizione nella Casa Bianca su invito dell’allora presidente Gerald Ford, un concerto ‘Raga Mala’ legato alla sua autobiografia diretto da Zubin Mehta, ed una prolifica collaborazione con il musicista Philip Glass che portò alla pubblicazione dell’album ‘Passages‘ del 1990. Da diverso tempo si trovava in California dove aveva subito un’operazione chirurgica. Di recente era stato nominato per il Grammys 2013 insieme alla figlia Anoushka.

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