Muse: “Tangenti a Roma per fare fuochi al concerto”. Questura avvia indagini

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Luglio 2013 - 21:49 OLTRE 6 MESI FA
Muse: "Tangenti a Roma per fare fuochi al concerto". Questura avvia indagini

Matt Bellamy in concerto (Foto Lapresse)

ROMA – Lo sfogo del cantante dei Muse, Matt Bellamy, al quotidiano The Sun, finisce sotto la lente della Questura di Roma che si è attivata per acquisire tutti i documenti per poi fornire un’informativa alla Procura della Repubblica. Il frontman aveva riferito di aver pagato bustarelle per poter utilizzare i fuochi d’artificio durante il concerto del 6 luglio allo Stadio Olimpico. Immediata la replica della società che ha organizzato il maxiconcerto da 60mila persone. “Tutto si è svolto in modo regolare” con le licenze al posto giusto e le verifiche per la sicurezza effettuate, è la replica di Vivo Concerti.    

Ma le parole messe nero su bianco del leader della band britannica hanno presto avuto grande risonanza. “A Roma – ha detto Bellamy – abbiamo dovuto corrompere alcune persone con migliaia di euro solo per avere l’autorizzazione ad usare i fuochi d’artificio. Abbiamo dovuto telefonare all’ambasciata britannica a Roma e discutere con alcuni funzionari”.

“Dovunque andiamo – ha raccontato – abbiamo qualche problema. Abbiamo commercialisti ed avvocati con noi che discutono con le amministrazioni locali, polizia e con i promoter. Quando vuoi fare una cosa del genere e sei lontano da casa, è davvero dispendioso. Terribilmente dispendioso”.

Parole precise che denunciano una presunta corruzione da parte di non meglio precisate “persone”. Secondo quanto si è appreso, il 5 o il 6 luglio ci sarebbe stata la riunione della Commissione provinciale di vigilanza sull’ordine pubblico e lo spettacolo, quella che, da prassi, rilascia le autorizzazioni per l’utilizzo di fuochi pirotecnici.

“Quelle di Bellamy sono parole gravi”, sostiene uno dei decani dei promoter di concerti in Italia, Roberto De Luca, patron di Live Nation. “Forse sarebbe il caso di fare nomi e cognomi delle persone a cui fa riferimento – continua – Io in 33 anni di professione non ho mai pagato una tangente. Noi abbiamo organizzato il concerto dei Rammstein a Capannelle qualche giorno dopo, uno show che si basa quasi esclusivamente su giochi pirotecnici e non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di tangente”. Ora sarà la band britannica a dover spiegare le accuse affidate alle colonne del Sun e non è escluso che lo faccia già nelle prossime ore.