Shakira incanta Torino a colpi di sexy bacino

Pubblicato il 29 Novembre 2010 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA

Energia pura, calore e sensualità, declinata in tutte le sfumature della world music – dal flamenco alla danza del ventre, basta che si ancheggi – fino a qualche momento di sound molto rock. Questa è stata l’essenza del concerto di Shakira al Palaisozaki di Torino: uno show tutto da ballare, latino ed energetico, diametralmente opposto a quello cerebrale e teatrale dell’altra regina del pop, Lady Gaga, che appena 20 giorni prima ha calcato lo stesso palco.

Shakira sale in scena – salutando i fans con un caloroso “Torino, sono tua” – fasciata di tulle bianco come una sposa, ma già sulle prime note di “Pienso en ti”, che apre la scaletta in un’inedita versione rock con basso pesante e chitarra elettrica, si spoglia e ritorna alle sue mise più abituali, con microtop di paillettes e fuseaux neri attillatissimi. La vena rock riaffiora due brani dopo: la sua hit datata 2001 “Whenever, Wherever” sfuma verso la fine nel riff di ‘Unbelievable” degli Emf, condita ancora di basso e chitarra. Qui fa salire tre fans sul palco e li fa ballare: “Questa è molto facile”, dice in perfetto italiano, e spiega loro i passi.

Shakira non si ferma un attimo: balla, duetta col pubblico, fa roteare la chioma bionda e dimena il bacino. Del resto “Hips don’t lie”, i fianchi non mentono, recita il titolo di quella che è forse la sua hit più famosa (del 2006): ed è proprio il colpo d’anca, la sensualità, il fil rouge che unisce tutti i suoi brani, che per il resto spaziano dal flamenco a ballatone come ‘Underneath Your Clothes’, fino all’afro-pop della hit mondiale “Waka Waka”.

In scaletta i suoi pezzi forti ci sono tutti, insieme a parecchi brani nuovi del suo ultimo album “Sale el Sol”, che sta promuovendo in giro per il mondo con il suo “Here Comes the Sun Tour”. E c’é anche una cover ipersensuale dei Metallica, con “Nothing else matters”, ritmata da percussionisti africani.

Shakira la mescola alla sua “La Despedida”, colonna sonora di “L’amore ai tempi del colera”, che poi sfuma ancora nel flamenco. Una voce sensuale, calda e sempre autentica, che quando la danza si fa più ritmata – come su “La Tortura” – trema un po’ per l’affanno. Molto diversa da quella di Lady Gaga, che appena 20 giorni fa ha calcato lo stesso palco, e che nonostante il ballo forsennato rimaneva sempre impeccabile (con un sospetto di playback) e un po’ fredda.

Niente trasformismo, costumi spettacolari, dichiarazioni ad effetto, solo tanto pop. E niente mise eccentriche tra i fans, ben diversi dai “Little monsters” che riempivano il Palaisozaki tre settimane fa: qui il pubblico è in maggioranza femminile ed è venuto per scatenarsi e dimenare il bacino per l’ora e mezza che Shakira resta in scena e che si chiude con i tormentoni “Hips don’t lie” e “Waka Waka”, sotto una lunga nevicata di coriandoli bianchi mentre sul palco salgono per ballare con la star una ventina di ragazzi della sua equipe con t-shirt d’ordinanza. E se Lady Gaga si esibirà anche a Milano, il concerto torinese èstata l’unica occasione dei fans italiani di vedere la diva colombiana, che domani riparte, prossima tappa Ginevra.