Vasco Rossi, botta e risposta sulla droga: “Legalizzarla ridurrebbe i danni”

Pubblicato il 12 Agosto 2012 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

BOLOGNA – Botta e risposta tra Vasco Rossi e il dipartimento Politiche antidroga del governo. Il Blasco sulla sua pagina Facebook scrive che la legalizzazione degli stupefacenti rientra nella ”cosiddetta ‘politica della riduzione del danno’. Che non risolve magicamente il problema ma, come in tutti i problemi della vita, si cerca di ridurre i danni delle disgrazie che capitano!…che non si possono evitare (nè prevenire!) tutte!”.

Vasco così replica, in una sorta di rubrica chiamata ‘Botta&Risposta’, a un fan che mette sul piatto il tema della legalizzazione non considerandola come la soluzione di tutti i problemi. ”Hai ragione! – si legge nel post firmato ‘La Redazione’ – Anche la legalizzazione non cancellerebbe la droga dal mondo ed esisterebbe comunque un mercato nero. Ma sarebbe una soluzione che toglierebbe almeno molti dei problemi legati alla tossicodipendenza, come la piccola criminalità generata dal bisogno di acquistare dosi di eroina al costo di centinaia di euro, le carceri piene che esplodono di detenuti che sono il 70%!!!! (settanta per cento) tossicodipendenti o per reati legati alla droga. Questa (legalizzazione) – si legge ancora – è la cosiddetta ‘politica della riduzione del danno’. Che non risolve magicamente il problema (come dice e non fa il proibizionismo) ma, come in tutti i problemi della vita, si cerca di ridurre i danni delle disgrazie che capitano!…che non si possono evitare (ne’ prevenire!) Tutte!”.

A stretto giro arriva la replica del capo del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Serpelloni: “Caro Vasco Rossi, l’alternativa agli spacciatori in Italia c’è già. Credo sia giusto che Lei sappia che per il nostro Dipartimento le persone tossicodipendenti sono prima di tutto persone e poi dei malati che devono trovare comprensione, accoglienza ma soprattutto cure adeguate e il più tempestive possibili. Certamente non devono essere criminalizzate ne emarginate per aver sviluppato una dipendenza a cui sono arrivati per aver voluto volontariamente quanto incoscientemente sperimentare sensazioni ed esperienze chimiche che hanno fatto saltare i loro meccanismi cerebrali di controllo”.

“E’ giusto ricordare – prosegue – però che nel nostro paese tutte queste persone hanno in ogni momento una concreta alternativa allo spacciatore. E questo va detto molto chiaramente perché è una fortuna per loro se la vogliono cogliere. I dipartimenti per le dipendenze (Sert e Comunità terapeutiche) possono fornire loro infatti in ogni momento e tempestivamente qualsiasi tipo di cura, supporto psicologico, sociale e legale. Basta chiedere e in pochi giorni si hanno cure efficaci ed alternative alle droghe, ai devastanti danni che provocano e agli spacciatori”.

”In Italia – prosegue la lettera aperta al Blasco – ci sono più di 500 servizi pubblici e 1000 comunita’ terapeutiche con più di 6000 addetti specializzati (medici, psicologi, assistenti sociali, psichiatri ecc) che forniscono assistenza gratuita e di alto livello a piu di 180.000 persone. Come vede le alternative immediate allo spacciatore esistono per tutti, cosi come alla legalizzazione che non farebbe altro che far aumentare i consumi (e quindi i consumatori) rendendoli piu’ facili e accessibili senza affrontare il problema. Credo che dare un alternativa credibile, sostenibile e di guarigione a queste persone sia dare una speranza migliore che vederle comunque ancora una volta consegnate permanentemente alla droga”.

“Queste persone vanno difese, accudite e sopratutto curate per riportarle il prima possibile ad una vita piena, autonoma, creativa e libera da tutti i condizionamenti, siano essi di uno spacciatore, di una sostanza, di una politica non condivisa o di uno stato che forse Lei ritiene repressivo. ‘Libero di essere libero’ è lo slogan del Dipartimento Politiche Antidroga e credo che mai come in questo caso sia attuale e pertinente, lontano da tutte le droghe e dalla loro legalizzazione. Buona Agosto signor Vasco Rossi”.

Vasco Rossi controreplica. ”Esimio Signore, la informo che i suoi colleghi di Governo continuano a sbattere in galera quelli che lei definisce persone malate e bisognose d’aiuto, come fossero dei criminali autentici”. Vasco Rossi, da Facebook, firmandosi Komandante del Dipartimento Antiproibizionista per le Politiche Sociali Antidroga. Presidenza Consiglio dei Soliti, ha replicato con alcune centinaia di righe a Giovanni Serpelloni.

Una partenza soft: ”Esimio Signore, conosco il lavoro straordinario dei Sert e sono felice che il vostro Dipartimento riconosca i tossicodipendenti prima di tutto come persone e poi anche come malati. Lei, almeno all’inizio, dice delle cose giustissime e sacrosante”. Ma poi aggiunge: ”Lei sembra fare un errore grossolano nell’affrontare il problema della droga, un errore che gli impedira’ sempre di risolvere alcun problema: lei sbaglia a identificare il problema! Il problema della droga, infatti, non e’ la droga come sostanza ma sono piuttosto i motivi che oggi spingono le persone a farne abuso, a ricorrere alla droga… come fosse una soluzione o una medicina per lenire il dolore di un’esistenza non piu’ tollerabile, perche’ troppo compromessa dal vuoto culturale, dalla solitudine, dalla noia, dall’angoscia, dalla mancanza di senso, dalla disperazione e soprattutto dal sentimento di EMARGINAZIONE sociale che di solito spinge le persone a questo abuso: proprio quell’emarginazione che le politiche antiproibizioniste e strategie poco sensate, come quelle che lei difende, concorrono colpevolmente ad alimentare”.

”Lei alla fine mi fa cadere le braccia. Perche’ finisce col contraddire tutto quello che ha detto prima e denunciando quella sua appartenenza politica al pensiero proibizionista che, come lei sa, non solo fa gli interessi della malavita, ma costringe i ‘malati’ come li definisce lei, a rubare per comprarsi una dose a prezzi altissimi e a prostituirsi (oltre che a costringere molti lavoratori onesti, che siano politici, attori, calciatori, cantanti o ordinari impiegati, ad un rapporto forzato e continuato con la criminalita’ organizzata, rendendoli passibili di ricatto)… Avete decretato l’uso di droghe un reato penale, (riempiendo al 70% le nostre carceri di condannati per reati di droga – dall’uso allo spaccio) stabilendo arbitrariamente (e ignorantemente o stupidamente) dei quantitativi massimi di droga per uso personale che sono ridicoli, impossibili da rispettare, a meno che non si voglia fare la spola tra la casa e la piazza due tre volte al giorno per procurarsi la cosiddetta ‘dose minima giornaliera’ (oltre la quale il tossicodipendente malato e bisognoso di aiuto viene automaticamente accusato di spaccio e considerato uno spacciatore). Praticamente, allo stato attuale, non c’e’ differenza tra averne cinque grammi o cinque chili, grazie all’acutissima legge Giovanardi/Fini: sono sempre dai sei ai vent’anni”.

”Quando fa un intervento su questa pagina – conclude Rossi ironico/sarcastico – abbassi i toni e eviti, la prego, di rendersi ridicolo sfoggiando quella forma ironico/sarcastica con la quale vorrebbe alludere ad una superiorita’ che lei si sogna soltanto, e che comunque io non le riconosco. Non accetto certo lezioni di vita o di morale da lei, ne’ da nessun altro dei suoi compari…. Buona Vita, signor GIOVANNI Serpelloni”.

(Qui sotto alcune immagini della vacanza pugliese a Castellaneta marina (Taranto) di Vasco, pubblicate sulla sua pagina Facebook)