Quanti sono i partiti di sinistra in Italia? Turani ne elenca 30: vogliono l’ unità ma continuano a dividersi

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 3 Luglio 2017 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA
Quanti sono i partiti di sinistra in Italia? Turani ne elenca 30: vogliono l' unità ma continuano a dividersi

Quanti sono i partiti di sinistra in Italia? Turani ne elenca 30: vogliono l’ unità ma continuano a dividersi

Quanti sono i partiti o movimenti di sinistra in Italia? Giuseppe Turani ne ha elencato 30, in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business. Il titolo è un po’ sprezzante: la rivoluzione da tinello di casa. L’attacco anche:

“L’attrezzatura rivoluzionaria consiste in bandiere rosse, una cinquantina di militanti, un presidente grafomane, e una moglie che prepara gli spaghetti”.

L’analisi politica è crudele.

 Questo non è un appello, è un semplice articolo di cronaca. Qui sotto, grazie alla pazienza certosina di un signore, è riportato un elenco (provvisorio) di tutte le organizzazioni politiche che stanno “a sinistra del Pd”. Alcune di esse vogliono l’abbattimento del sistema capitalistico e la rivoluzione socialista, altre si accontentano di essere contro le banche, contro la Ue, contro i padroni, naturalmente. Altri ancora vogliono più stato sociale (e quindi più tasse per i ricchi e il ceto medio).

Alcune di queste organizzazioni consistono in un sito web, 50 militanti e un presidente o segretario, più uno stock di bandiere da sventolare in occasione delle poche uscite autonome: meglio cercare di infilarsi nelle manifestazioni altrui (in fondo siamo tutti di sinistra). Di solito il segretario, o presidente, è quello che sa scrivere documenti lunghissimi, dalla crisi del sub Sahara ai problemi irrigui dell’Asia, senza trascurare la rivolta delle masse in Usa e in Gran Bretagna, e, naturalmente, in Italia.

Sono grandi sforzi intellettuali che non legge nessuno. Tre quarti delle organizzazioni citate nel nostro elenco sono di fatto clandestine, non per scelta, ma perché così è andata la vita: la gente gioca con lo smartphone, pensa a dove potrà andare in vacanza, a dove trovare i soldi per una pizza con la fidanzata, e non trova alcuna ispirazione negli scritti (peraltro illuminanti) di Ferrero o della signora Falcone. Ma a loro non importa: la rivoluzione è un processo storico, mica un gara dei cento metri. E poi il capitalismo è astuto, maledettamente astuto.

Un dato, comunque, lega questa trentina di organizzazioni: tutte, nessuna esclusa, sostengono  che il bene per il popolo può venire solo dall’unità delle sinistre, che resta l’obiettivo centrale (Pisapia è solo l’ultimo arrivato). Solo che, per un difetto quasi genetico, loro continuano a dividersi. Se si avesse la pazienza di ricostruire la storia di queste organizzazioni (che a volte come sede hanno il tinello di casa del presidente) si scoprirebbe che i motivi di scissione sono i più vari. Si va dal giudizio sul socialismo negli anni di Stalin (esiste ancora una quarta internazionale troskista, nonostante la scomparsa di  Ernest Mandel e di Livio Maitan) alla concezione di cosa deve essere un partito rivoluzionario. Poi, naturalmente: job act, rapporti con il sindacato, sistemi di tassazione, strategie per la conquista del potere (sempre partendo dal tinello di casa, con mogli affettuose e comprensive che nell’attesa gettano spaghetti nella pentola, per fortuna).

Come rimediare a questa ridicola frammentazione? Discutendo? No. Sono decenni che non fanno altro che litigare fra di loro e farsi i dispetti.

In realtà, il loro obiettivo primario (la grande unità della sinistra) sarebbe raggiungibile all’istante e in modo molto semplice, se solo ragionassero. Dovrebbero buttare le loro carte nel fuoco e andare ai giardinetti.

Un secondo dopo la sinistra sarebbe unita. Magari non sarebbe quella che sognano loro, ma almeno starebbe tutta nello stesso posto. Ma conosco già la risposta: e il ruolo delle banche e della socialdemocrazia?

No, come diceva Fantozzi, il dibattito no. Buona lettura dell’elenco, magari trovate dei vecchi amici di gioventù.

+++

Ecco quanti sono i SUPERSINISTRI, grazie a Giulio Galetti
19 minuti fa ·
AGGIORNAMENTO DEMOCRATICO DELLA SINISTRA (quella vera, quella pura, quella dura)
1-MDP (articolo 1)
2-Sinistra Italiana (ex SEL)
3-Lista altra Europa con Tsipras
4-Possibile di Civati
5-Campo Progressista di Pisapia
6-Partito Comunista di Rizzo
7-Partito Comunista d’Italia di Alboresi
8-Essere Comunisti di Grassi
9-Partito Rifondazione Comunista di Ferrero
10-Partito Comunista dei lavoratori di Ferrando
11-Partito Comunista d’Italia marxista leninista di Savio
12-Partito Marxista leninista di Scuderi
13-Partito di alternativa Comunista di Lotito
14-Rivoluzione Civile di Ingroia
15-Verdi di Covatta
16-Lotta Comunista
17-Comitati d’appoggio alla Resistenza
18-Partito Comunista (Marxista-Leninista) Italiano.
19-Partito Comunista d’Italia (marxista-leninista)
20-Partito Comunista dei Lavoratori.
21-Partito Comunista di Sardegna.
22-Partito Comunista Internazionalista.
23-Partito della Rifondazione Comunista. Sinistra Europea
24-Partito di Unità Proletaria per il Comunismo.
25-Rete dei Comunisti
26- Demagistris Sindaco – Più che un partito un programma
27- Sinistra Critica di Marco Rizzo, col simbolo quadrato così che non possa esser messo sulle schede elettorali, purtroppo si scinde dopo meno di 20 mesi dalla sua fondazione in due tronconi:
27bis – Sinistra anticapitalista
27tris – Solidarietà Internazionalista di cui ci piace citare alcuni convegni significativi come MARX RELOADED
28 – Libertà e Giustizia
29 – Alleanza popolare per la democrazia e l’eguaglianza (quelli del Brancaccio)
30 – Diem25 (quelli di Varoufakis)