Arcuri santa, leader e nuova Magnani. Con l’acqua in bocca per due anni

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 16 Settembre 2011 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA

Manuela Arcuri (Lapresse)

ROMA – Santa subito, santa della “resistenza” a Berlusconi. E leader, sia pure per gioco di disperata ironia, dell’opposizione. Addirittura Anna Magnani “core de popolo” dei giorni nostri. Ma, se santa, santa con l’acqua in bocca, quella che si è tenuta per due anni abbondanti. «Dal presidente Berlusconi sono stata un paio di volte. Ero stata invitata e accettare gli inviti, oltre che un grande piacere, mi è sembrato anche un gesto di rispetto e di carineria verso una persona che ammiro e rispetto». E ancora: «Alle cene cui ho partecipato io c’erano una ventina di persone, tra cui Tarantini, che mi sono sembrate tutte assolutamente per bene. Il presidente è stato simpatico, ha raccontato barzellette, ha cantato e si è comportato con la solita socievolezza». Questo raccontò Manuela Arcuri al Giornale il 2 luglio del 2009, cioè alcuni mesi dopo che, secondo le carte della relativa indagine, Tarantini le propose di prostituirsi con Berlusconi per ottenere in cambio Sanremo.

Oggi, dopo che gli atti dell’inchiesta hanno svelato il gran rifiuto, cioè il no opposto dalla Arcuri al Cavaliere: niente sesso, nemmeno in cambio della conduzione del festival della canzone, un grido, un’invocazione, un’elegia corre sul web e non solo. Manuela Arcuri santa subito. “La nuova Anna Magnani” la definisce Francesco Merlo su Repubblica. Iena, sulla Stampa, ironicamente la individua come il leader finalmente trovato dalla sinistra. Anche i giornali “amici” del Cavaliere incoronano, con un paradosso-sfregio, la Arcuri nuova leader del Pd.

Santa probabilmente no, dotata di quella minima quota di dignità che consente ad una donna di non concedere il proprio corpo, ad un anziano, in cambio di promesse di lavoro sì. E tanto basta in un paese come l’Italia per essere eretti ad esempio di rettitudine morale, senza che nessuno, apparentemente, si accorga che la Arcuri avrà detto di no al Cavaliere, ma ben si è guardata dal rivelare la proposta che le era stata fatta, come ben si guardò dal raccontare le vere atmosfere delle cene a casa Berlusconi. “Tutte persone che mi sono sembrate assolutamente per bene” disse la Arcuri, compreso quel Gianpi che le aveva proposto di andare a letto col presidente del consiglio. Non solo la Arcuri non denunciò la proposta oscena, ma anzi si spese per difendere gli attori di quella vicenda: Tarantini e Berlusconi. In questo paese già può apparire come atto di enorme coraggio non cedere alle lusinghe di un uomo potente come il Cavaliere, ma raccontarne pubblicamente i vizi e le abitudini è un’operazione impossibile. Comprensibile, umano quindi il silenzio della show girl, comprensibile in paese storto come è l’Italia berlusconizzata fino all’ultima sua fibra.

Meno comprensibile è la santificazione del suo no. In un ipotetico paese normale non solo una donna ha il diritto di dire no a simili proposte, ma ha anche il dovere morale di “sputtanare” chi quella proposta ha confezionato. A tutela sua e di tutti gli altri. Il silenzio, che in questo caso qualcuno potrebbe definire omertoso o almeno complice, diventa nel contesto in cui viviamo solo educata prudenza. Io dico di no e mi chiamo fuori, ma riconosco che le regole del gioco sono quelle di cui Tarantini si è fatto portavoce. Questo è il sottinteso del silenzio della Arcuri che oggi viene portata in trionfo per aver detto no a colui che tutto può, o almeno a colui che tutto riteneva di potere. Qualche maligno ha commentato: “La Arcuri ha detto no perché troppo impegnata nello studiare la battuta per lo spot di Marra“.