Auto si guida da sola. 2023: noi lì con 50 minuti liberi in più. Più consumi e..

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 9 Marzo 2015 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA
Il prototipo dell'auto senza volante

Il prototipo dell’auto senza volante

ROMA – Tra 10 anni o giù di lì avremo a disposizione un’intera ora al giorno in più da dedicare a quello che vogliamo. Riduzione degli orari di lavoro? Modifica del calendario indotta da sommovimento astrale? No, l’oretta in più di tempo libero verrà portata in dote all’umanità dalle auto a guida automatica. L’oretta è quella che oggi mediamente ogni giorno passiamo alla guida dell’automobile, al volante. Dicono, promettono, prevedono, e già un po’ fabbricano, auto che si guidano da sole. Noi staremo dentro quelle auto e nell’oretta di viaggio su e giù per le nostre destinazioni faremo altro che guidare. Meraviglia del progresso che secondo le ultime previsioni dovrebbe diventare di massa nel 2023. Peccato però, che per la stessa meraviglia che è l’automazione, metà di noi si ritroverà disoccupata. Comunque il 2023 a occhio pare prestino.

“Chissà se il filosofo Eric Fromm – si domanda Fabio Savelli sul Corriere della Sera -, nell’anno 2023, riterrebbe ancora l’automobile una camicia di forza, un abito stretto, una sovrastruttura prodotta dalla società dei consumi. Tra meno di dieci anni l’uomo non dovrà più guidare la propria vettura. Ci penserà da sé, disintermediando le nostre abilità al volante e (anche) le nostre disattenzioni. Cinquanta minuti al giorno in più per noi, calcola un profetico studio della società di consulenza Mc Kinsey presentato in questi giorni al Salone internazionale di Ginevra, noi guidatori per diletto o per imposizione, noi 1,2 miliardi di persone. Risparmio globale complessivo: 140 mila anni uomo. Benvenuti nell’era della guida senza conducente”.

Ad assumersi l’onere della datazione è stata la società Mc Kinsey, ma che l’arrivo dell’auto senza volante sia una questione ormai solo di tempo è un dato di fatto abbastanza evidente. E se i progressi della tecnologia in questo senso ed in questo campo non fossero abbastanza chiari come segnali, a fugare definitivamente ogni dubbio ci pensano gli investimenti e l’impegno di colossi mondiali del calibro di Google. Società che oltre al know how tecnologico, sono in grado di mettere in campo quantità di denari che la stragrande maggioranza delle nazioni non sarebbe in grado di stanziare.

E allora, se questione di tempo è, utile è anche riflettere sulle ricadute di quella che per i forzati dell’auto sarà una vera rivoluzione. Come spiega infatti l’analisi, se anche il mercato di domani riserverà delle nicchie per gli appassionati della guida manuale e per chi l’automazione non si potrà permettere, l’auto senza volante arriverà più o meno nei tempi indicati ad essere usata dal 90% degli automobilisti. Così, tutti quelli che oggi guidano, frenano, suonano il clacson, cercano parcheggio, s’infuriano, litigano e passano un’oretta circa al giorno seduti con il volante tra le mani, avranno all’improvviso un patrimonio di tempo da poter impiegare altrimenti.

Un patrimonio che, mentre i comuni automobilisti ancora non sanno nemmeno di avere, sta già attirando l’attenzione dell’industria dell’intrattenimento. E qui l’intrattenimento è inteso nel senso più ampio possibile, dai videogiochi alle news, dai sedili massaggianti alle produzione tv, i 50 minuti medi che ognuno di noi avrà in più fanno gola a molti.

“A fregarsi le mani – racconta ancora Savelli – saranno soprattutto i produttori di videogiochi. E le grandi major americane dell’intrattenimento, che presumibilmente amplieranno a dismisura il loro giro d’affari in un tempo ora giudicato inutilizzabile. L’ipotesi che è l’automobile a guida automatica possa persino incrementare la condivisione, i giochi di società e quelli di ruolo, la fruizione di talk-show e contenuti in streaming”.

Una prospettiva apparentemente meravigliosa, soprattutto agli occhi di chi vive nelle grandi città ed è costretto a passare molto più tempo di quanto vorrebbe nel traffico, ma che come tutte le cose ha il suo rovescio della medaglia. Lato oscuro che in questo caso è rappresentato dalle ‘controindicazioni’ insite nell’automazione più che nell’automobile a guida autonoma. Senza più bisogno di guidare non serviranno infatti più autisti di mezzi pubblici e privati. Lo studio di Mc Kinsey non contabilizza l’effetto in termini occupazionali, ma difficile è non pensare ad un’altra analisi, questa volta targata Oxford, secondo cui il 47% dei lavoratori odierni potrebbe essere automatizzato nei prossimi due decenni.