Berlusconi Monti rapporto contro natura. Elettore “massaia” rigetta disgustato

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Dicembre 2012 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA
Monti e Berlusconi (LaPresse)

ROMA – Berlusconi con Monti: un rapporto contro natura. Che farebbe indignare l’elettore “massaia” che ha sempre seguito Berlusconi e disgusterebbe l’elettore “sofisticato” che seguirebbe domani Monti. Sarebbe un rapporto contro natura da consumarsi in cabina elettorale, improbabile che avvenga lì dentro l’abbraccio tra il diavolo e l’acqua santa. Anche se ad officiare lo strambo rito fossero loro due in persona, Berlusconi e Monti. Anche se chiedessero insieme i voti, fianco a fianco, cosa che non avverrà, anche in questo immaginifico caso i voti dell’uno e dell’altro non si mischierebbero, avrebbero entrambe le famiglie di elettori la sensazione netta di essere invitati ad una specie di “scambio di coppia e di partner” politico. Anzi, di più: ad una vera partouze elettorale che prevede figure di quelle che i benpensanti chiamano “contro natura”.

Potrebbe essere in Italia Mario Monti, per quanto paradossale possa apparire, il candidato del centrosinistra, ma mai quello della destra berlusconiana. Partecipa al sondaggio: Berlusconi e Monti alleati? Possibile, una balla o impensabile? Nonostante gli inviti più o meno velati dei leader europei e quello esplicito di Silvio Berlusconi, l’idea di fare di Monti il campione della destra nostrana è figlia in verità di un enorme equivoco. E cioè che la destra italiana, quella che ha votato per il Cavaliere negli ultimi venti anni, possa riconoscersi nel Professore. Ha certo un bagaglio di voti l’attuale premier, ma un bagaglio che non si sommerebbe di sicuro agli elettori “storici” del Pdl che anzi, ne sarebbe persino spaventati.

Mario Monti leader del Pdl, senza bisogno di notare che sarebbe una circostanza assai singolare viste le critiche e il sostegno tolto al premier proprio dai pidiellini, non farebbe in verità la fortuna del partito di Angelino Alfano. E questo perché gli elettori di Forza Italia prima e del Popolo della Libertà poi, non sono tra quelli che vorrebbero Monti ancora in campo.

Per diversi motivi e in diverse forme, da quando la crisi di governo in Italia è diventata cosa concreta, in molti hanno chiesto all’attuale premier di rimanere in campo. I leader europei hanno espresso il loro auspicio in tal senso per garantire la stabilità dei mercati e una continuazione delle politiche di risanamento avviate dal governo dei tecnici. Silvio Berlusconi, invece, per calcolo politico. Ma calcolo che appare errato. Nonostante il sostegno tolto al governo e le continue critiche “alle politiche del governo e non alla persona di Monti”, come ha tenuto a precisare il cavaliere, è infatti convinto Berlusconi che Monti in campo con il Pdl farebbe il bene del suo partito. Facendolo magari risorgere dalle ceneri cui sembra destinato.

Ed è senz’altro vero che esiste una parte di Paese, stimabile a grandissime linee tra il 10 e il 20 per cento, che sarebbe ben felice di votare per il Professore. Quello che però Berlusconi sembra non considerare è che quella parte di Paese non è assolutamente quella che voterebbe e che ha votato in passato per lui.

La composizione dell’elettorato del Cavaliere, fatta di ceti poco scolarizzati, di massaie, di piccoli imprenditori incarna l’ideal tipo dell’italiano che non vuole le tasse, non vuole l’euro e pensa che, in fondo, la Merkel sia “una culona inchiavabile”. Non esattamente, anche se le generalizzazioni non tengono mai conto della totalità dei soggetti, lo stesso elettorato che si sentirebbe liberato di un peso se potesse, nell’urna, votare per il Professore.

Perché mai infatti gli elettori berlusconiani, quelli che il Cavaliere cattura quando promette il taglio dell’Ici o dell’Imu che dir si voglia, quegli elettori che gongolano quando sentono dire che la crisi è colpa anche dell’euro che ha strozzato la nostra economia e via dicendo dovrebbero essere attratti dall’idea di votare il “governo delle tasse e delle banche”? Non avrebbe senso.

Potrebbe certo, qualora lo volesse, Mario Monti candidarsi e raccogliere attorno a se un elettorato di centro destra. Nonostante il sostegno avuto dal Pd in questo anno, e nonostante la stima di cui il premier gode anche a sinistra, la sua collocazione “naturale” sarebbe di sicuro in uno schieramento simile alla Cdu tedesca o ai conservatori inglesi. Ma non ha la destra italiana queste caratteristiche, e soprattutto non le ha quella destra che ha votato e forse voterebbe ancora Berlusconi.

“Sono stato accolto bene e coccolato, siamo tutti amici” ha detto il cavaliere raccontando il clima del vertice del Partito Popolare Europeo. Un vertice cui hanno partecipato sia lui che, a sorpresa, Monti, e un clima che a dispetto delle parole del premier rende bene l’idea dell’equivoco che Berlusconi sembra non vedere. Un clima gentile col Professore e teso, gelido col Cavaliere. Come gli elettori italiani anche i leader europei che vorrebbero Monti ancora premier non sono infatti gli stessi che vedrebbero bene Berlusconi a palazzo Chigi.