Bruxelles, roulette della morte: Adelma sì, Mason 3 volte no

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 23 Marzo 2016 - 12:48 OLTRE 6 MESI FA
Bruxelles, roulette della morte: Adelma sì, Mason 3 volte no

Bruxelles, roulette della morte: Adelma sì, Mason 3 volte no

ROMA – Bruxelles, aeroporto di Zaventem, pochi minuti dopo le otto. Adelma Tapia Ruiz e Mason Wells sono entrambi allo scalo. Lei è una peruviana di 36 anni, è lì con il marito e le due figlie gemelle di quattro anni. Lui è un missionario mormone giovanissimo, ha solo diciannove anni. Con entrambi la morte giocherà alla roulette.

A te sì tocca morire perché è stato papà a seguire le due bambine che non sapevano star ferme e quindi giravano per l’aeroporto. Papà e non tu le ha seguite pochi passi più on là dalla sala partenze. Sei morta per questo, per questo perché, quindi sei morta senza che ci sia un vero perché. Sei morta perché la morte, il caso, il destino hanno scelto te, proprio te, maledettamente te. Questo è quel che è toccato ad Adelma Tapia Ruiz, la sua vita è finita nel momento in cui è rimasta nella sala partenze e non ha seguito marito e figlie. Una scelta casuale, una scelta che le è costata il tremendo epitaffio di “prima vittima identificata”.

Mason Welss invece nella sala partenze c’era e c’era anche al momento in cui il kamikaze si fa esplodere. Resta a terra ferito, ustionato, sanguina, un tendine tagliato…Ma si salva Mason, con lui la morte gioca alla roulette del vita o morte ma lo salva. Ed è incredibilmente la terza volta che lo salva. Mason era a Boston, alla maratona di Boston dell’aprile 2013, quando una pentola a pressione fu trasformata in bomba. Bomba per uccidere americani. Mason era lì, non solo a Boston, ma tra il pubblico della maratona. Abbastanza vicino per vedere, sentire, essere investito dall’onda d’urto dell’esplosione. E Mason era anche a Parigi il 13 novembre scorso: Bataclan, i cento e passa francesi ed europei massacrati, macellati dai soldati-boia di Isis. Mason era in strada mentre e dove Isis sparava.

Ed era Mason il 22 marzo all’aeroporto di Bruxelles. Il padre di Mason ha detto: “Spero la sua sfortuna sia finita”. Sfortuna? Forse solo incredibile coincidenza nell’essere sui luoghi di tre attacchi terroristici. Forse fato tutt’altro che avverso nel salvarlo tre volte. Forse imponderabile e inconoscibile girar della roulette della morte. O forse, ancora più drammaticamente e meno stupefacente, ormai pura statistica. In Occidente, in Africa e anche in Asia l’islamismo armato attacca circa una volta a settimana. Trovarsi sul luogo di uno di questi attacchi non è più…statisticamente improbabile.