Cari medici, come dice governo no. Allora come? Ditelo voi

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 24 Settembre 2015 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA
Cari medici, come dice governo no. Allora come? Ditelo voi

Cari medici, come dice governo no. Allora come? Ditelo voi

ROMA – Cari medici, nessuno in Italia, voi compresi, nega che i cittadini-pazienti richiedano, esigano, si sottopongano a più Tac e Risonanze Magnetiche di quanto non facciano i cittadini-pazienti di ogni altro paese al mondo. Lo dite anche voi, lo documenta la vostra associazione dei radiologi. Dire il contrario sarebbe negare l’evidenza. Non è che questo in Italia non accada mai, però stavolta sul fatto del numero abnorme rispetto alla popolazione degli esami clinici nessuno si azzarda a gridare che non è vero.

Come voi stessi, singoli medici e associazioni di medici, spiegate ci sono vari motivi per cui questo accade. Una sorta di ideologia molto diffusa secondo la quale la guarigione, non la cura, è una merce che va comprata. Una volta pagato il prezzo, se la guarigione non arriva allora è truffa. Una sorta di ideologia secondo la quale la guarigione è un diritto, e se non arriva ci deve essere, ci deve essere per forza una violazione del diritto, magari un reato.

Questa ideologia diffusa tra la gente e ospitata a pieno diritto di cittadinanza nel senso comune e nel luogo comune è la prima spiegazione dei troppi esami clinici. I cittadini-pazienti pretendono, esigono ogni esame perché sono certi che la guarigione arriva quanto più sono numerose e ripetute le pratiche mediche.

La seconda spiegazione è che a voi cari medici il cittadino paziente comincia a fare un po’ paura perché se guarigione non arriva sempre più spesso vi fa causa. Quindi prescrivete, prescrivete e prescrivete Tac e Risonanze e prelievi perché…hai visto mai un domani in Tribunale?

La terza spiegazione non amate dirla voi cari medici è che anche voi sempre più vi affidate per una diagnosi quasi esclusivamente all’esito di un esame. La diagnostica a prescindere dall’esame langue, una volta c’era. Ora langue.

La quarta ragione non la dice nessuno perché è indicibile. Indicibile quanto vera. Gli esami costano quasi niente ai cittadini-pazienti. Li pagano infatti i cittadini contribuenti. Che poi sarebbero gli stessi in carne e ossa ma non sono per niente gli stessi in quanto soggetti sociali.

Ora cari medici voi dite che non può essere un governo a sostituirsi al medico nel decidere quando un esame ci vuole e quando no. Giusto, d’accordo. Dite anche che non potete essere voi chiamati a pagare multe se sforate una quota di prescrizioni di esami. Va bene, le multe non vanno bene. Insomma come dice il governo non va.

Ma come si fa allora a smettere di inondare i cittadini-pazienti di Tac etc..? Le prescrizioni, il timbro alla risonanza anche se uno si è preso una storta ce lo mettete voi, non ce lo mette il governo. Se è un fatto, ed è un fatto, che buttiamo miliardi per pagare esami in sovra numero, se è vero come è vero che voi medici siete gli unici abilitati a decidere quando un esame è utile o inutile, allora…decidetelo!

Finora vi siete, cari medici, assunti la responsabilità di lisciare il pelo, di andare secondo corrente, di assecondare una cattiva abitudine. E’ tempo di assumersi la responsabilità di scegliere, decidere, dire dei sì e anche dei no al cittadino-paziente. E’ tempo che voi cari medici facciate con la vostra esclusiva competenza professionale l’interesse generale.

Cari medici, non agevolate la bugia auto assolutoria secondo la quale adesso non ci si potrà più curare e fare esami. Ci si curerà come prima e si faranno esami gratuiti come prima se medico dirà che è utile e necessario. Se medico dirà che non lo è, resterà ovviamente la libertà di farsi tutti gli esami che si vuole ma non a carico della collettività.

Stabilite voi cari medici come si fa, ma fatelo. Altrimenti non ci vuole una risonanza magnetica per leggere nei vostri pensieri e azioni la traccia di una strenua difesa non della salute o della professione ma della irresponsabilità accomodante, opportunista e sprecona.