Patrimoniale, Ici o catasto: assedio alla casa di proprietà

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 4 Novembre 2011 - 16:26 OLTRE 6 MESI FA

foto Lapresse

ROMA –Certo, Sarkozy ha “reso omaggio” all’economia italiana. Sì, Mario Draghi, cioè la Bce, ha abbassato i tassi, il costo del denaro, di un quarto di punto percentuale. Sì, il Fmi vigila su di noi e forse domani andrà a comprare i Btp che nessuno compra più. Sì, il vertice del G20 ha detto, e cosa altro poteva dire, che l’Italia può farcela se fa tutto quel che deve fare. Sì, certo ma lo spread tra titoli italiani e tedeschi è salito a quota 460, l’interesse da pagare sui Btp decennali è salito a 6,4 per cento. Non è finita, anzi. Anzi non c’è nemmeno pausa o tregua. Non è finita e non finirà gratis, si dovrà pagare. Probabilmente a partire dalla casa, dalla casa di proprietà dell’82 per cento degli itliani.

Cosa accadrà alle case degli italiani, o meglio, cosa si devono aspettare i proprietari di immobili? Quasi certamente nuove tasse, che si chiami Ici o Patrimoniale, chi possiede una o più abitazioni dovrà ancora mettere mano al portafogli con le nuove misure allo studio del governo per fronteggiare la crisi e onorare gli impegni presi con l’Europa.

Nel capitolo “casa”, due sono le opzioni più papabili: la patrimoniale, sulla quale Berlusconi continua a mostrare diverse perplessità anche se appare meno rigido rispetto alle scorse settimane; e il ritorno dell’Ici, magari salvaguardando la prima casa delle fasce più deboli (pensionati e soggetti a basso reddito).

L’introduzione della patrimoniale andrebbe a colpire, come si evince facilmente dal nome stesso della tassa, il patrimonio dei cittadini, e non il reddito a differenza delle altre tasse. Questa tassa colpirebbe quindi, ovviamente, in primis gli immobili. Il peso effettivo della patrimoniale dipende però da diversi fattori: dalle modalità di applicazione e dalle aliquote che vengono fissate. In ogni caso l’esenzione fiscale dell’abitazione principale non dovrebbe essere colpita, e tutte le ipotesi d’imposta patrimoniale si basano su franchigie che impedirebbero di incidere sui beni di valore inferiore ad una certa cifra. In questo caso quindi chi dovrà metter mano al portafogli sarebbero quelli che possiedono almeno una seconda casa.

Altra via sarebbe il ritorno dell’Ici. Della sua reintroduzione si è parlato spesso, ipotesi che torna ciclicamente in voga, anche se resuscitare questa tassa suonerebbe un po’ come una beffa per il governo che tanto si è vantato di averla abolita. Di sicuro è però l’Ici l’alternativa più credibile alla patrimoniale.

Ma se gli immobili sono una base imponibile chiara e immediatamente individuabile, diversi e incerti sono però i modi attraverso cui il nuovo prelievo si potrà realizzare. Una strada alternativa a quelle  citate è quella di un aggiornamento delle rendite catastali. Rendite su cui si calcolano Ici, Irpef relativa ai redditi fondiari e le imposte di registro, catastali, ipotecarie e di successione. In questo caso l’aumento di cui si parla sarebbe compreso in un range del 5-10%. Per chi possiede, ad esempio, 100 metri quadri in centro a Milano, l’aumento sarebbe intorno ai 30 euro con un aggiornamento del 5%, e 60 nel caso 10%. Anche in questo caso l’abitazione principale risulterebbe esente.

Si è poi parlato di aumentare anche l’aliquota sulla cedolare secca degli affitti, portandola dall’attuale 21% (19 nel caso di affitto a canone concordato) al 25% (23 con affitto concordato). Ipotesi che però difficilmente si realizzerà visto che diminuirebbe l’appeal di una misura da poco varata dal governo per combattere l’evasione, molto alta nel settore affitti.

Infine il condono, tanto bistrattato e tanto amato. Molti i suoi fan e molti i suoi detrattori. Una nuova norma in tal senso potrebbe anche essere collegata al rilancio dei piani casa regionali. Ma proprio l’alto numero di contrari rende questa via una delle meno “quotate”.