Cina: i bancomat non danno più cash. Guerriglia tra banche e Banca centrale

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 28 Giugno 2013 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA

PECHINO – E la Cina rimase senza contantiCina senza contanti. Da alcuni giorni ormai per le vie di Pechino come a Shanghai è praticamente impossibile trovare un bancomat in funzione. E non va meglio per chi volesse rifornirsi di contante agli sportelli delle principali banche cinesi. No cash, questa la sintesi. E ai cinesi tocca arrangiarsi con i pagamenti elettronici.

Sembrerebbe impossibile ma è la realtà, nulla più che la cronaca di quello che in questi giorni sta avvenendo a Pechino e nelle più grandi città del “regno di mezzo”. E la cosa più incredibile, almeno per noi occidentali, è che nonostante bancomat e sportelli non eroghino più contante, per le strade non c’è panico ma tutt’al più rassegnazione.

La sparizione del contante è figlia dello scontro in corso da alcuni mesi tra governo centrale, banca centrale e istituti bancari che, a detta dei primi, erogano troppo credito e con troppi rischi. A lungo governo e banca centrale hanno invocato, inutilmente, un’inversione di tendenza.

Rimasti i loro appelli inascoltati, la banca centrale cinese ha quindi deciso di non erogare lei per prima più credito agli altri istituti che, praticamente per ripicca, visto che affermano di avere ancora contante nonostante non lo eroghino, hanno deciso di chiudere i rubinetti ai loro clienti, compresi i bancomat. Questa la spiegazione, semplificata, di quanto sta avvenendo in Cina.

Ilaria Maria Sala, su La Stampa, prova a fare un po’ di chiarezza:

“Nessuno ha informazioni precise su fino a quando potrà durare quest’improvvisa assenza di contante. La prima banca a bloccare gli sportelli è stata la Icbc, la più grossa banca commerciale cinese, e poi, in alcuni giorni, la stessa Bank of China. (…) Alcuni comunicati bancari hanno tentato di dire agli utenti che le difficoltà di questi giorni provengono da un upgrade informatico, ma nessuno da credito a questa spiegazione. Quello che appare evidente è che il ‘credit crunch’ che colpisce le banche cinesi è la tappa più seria che si sia avuta finora in quella che era stata una scaramuccia solo verbale: il governo centrale da mesi dice alle banche di restringere il credito, senza risultati. Così ecco che il credito si sarebbe improvvisamente bloccato, e la decisione di alcune banche commerciali di non erogare più nemmeno contante è il gesto supremo con cui esprimono tutto il loro disappunto nei confronti della loro Banca centrale. Che continua invece a richiedere che cessino i prestiti pericolosi e che i conti siano rimessi in ordine”.

Uno scontro tra banche quindi e uno scontro figlio anche del rallentamento dell’economia cinese e della bolla finanziaria che questa sta vivendo. Uno scontro che ha, secondo alcuni analisti, come obiettivo le banche commerciali semi ufficiali e i trust cinesi che alla formazione della suddetta bolla hanno fortemente contribuito. Ma uno scontro che per ora si sta giocando principalmente sulla pelle, e sui bancomat, dei cittadini cinesi che da ormai una decina di giorni sono costretti ad affidarsi quasi esclusivamente alla moneta elettronica. Un operatore proprio della Icbc ha detto ad una rivista specializzata che “da luglio potrebbero ricominciare ad erogare prestiti” e quindi, a pioggia, potrebbero rientrare in funzione i bancomat. I cinesi, intanto, aspettano.