Giarda ai dirigenti pubblici: “Per voi purga o soffrono figli e nipoti”

ROMA – Serve “una purga” per porre fine alle “dissennatezze del passato e non far soffrire troppo i nostri figli e nipoti”. Parole del ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda rivolte ai dirigenti della pubblica amministrazione. Il tema è quello dei tagli agli sprechi e della spending review e le parole usate dal ministro sono forti, dure e inusuali. Ma vere e concrete.

Piero Giarda ha parlato di necessità di una “purga” in relazione al quasi dovere, al quasi obbligo morale per i dirigenti della PA di rinunciare agli “splendidi uffici di 40 metri quadri” per rassegnarsi “a stare in un ufficietto da 15 mq”. Aspetto concreto quello indicato dal ministro ma concetto più ampio. La dimensione dell’ufficio è senza dubbio uno dei tanti ingiustificati e ingiustificabili sprechi del nostro Paese, ma non certo l’unico. E anche gli altri sprechi vanno “purgati”. Vanno “purgati” gli stipendi troppo alti e il mare di consulenze, vanno purgati i doppi e tripli incarichi come vanno purgati i benefit inspiegabili e come va purgata anche quella molteplicità di dirigenti che la pubblica amministrazione ha generato negli anni.

Di suggerimenti, indicazioni e possibili soluzioni su dove e come purgare ne sono arrivati al governo decine di migliaia: 95mila a voler essere precisi. Ed è stato l’esecutivo stesso a chiedere ai cittadini di esprimersi e di denunciare gli sprechi che sono sotto i loro occhi sotto forma di e-mail. E i cittadini non si sono fatti pregare inviando, da quando l’iniziativa è partita, una media di una mail ogni due secondi. A scremare, analizzare e catalogare questo mare magnum di denunce il governo aveva messo in origine otto persone, già diventate dieci che dividono, preliminarmente, le mail in due macro categorie: quelle che denunciano sprechi specifici, cioè delle singole amministrazioni e/o di realtà circoscritte, e quelle di interesse generale.

Tra i suggerimenti ce n’è per tutti i gusti: dall’ormai classico ridurre i costi della politica a “perché non spegnere di notte i lampioni su strade poco o affatto frequentate?”. Insieme alla denuncia, spesso, una proposta di soluzione. Limitandosi ai due esempi citati un cittadino propone di limitare i rimborsi elettorali a 35 centesimi per voto, inclusivi dei fondi destinati ai giornali di partito e un altro suggerisce di seguire il modello di Tucson, città americana di 2 milioni di abitanti che, con un’illuminazione a norma, risparmia denaro e permette di vedere le stelle dal centro cittadino.

“È un segnale forte – recita il comunicato della presidenza del Consiglio – che rivela la volontà dei cittadini di non limitarsi alla denuncia, ma di voler aiutare concretamente il governo nell’attività di revisione della spesa”. Da questo monte di mail verrà prodotto un rapporto organico che sarà diffuso, ma soprattutto inviato alla squadra di Enrico Bondi e ai singoli ministeri interessati per le purghe necessarie.

 

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