Grillo: “M5S, c’è chi ha sbagliato voto”. Ecco chi è stato, l’identikit

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 16:09| Aggiornato il 12 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Chi ci ha votato pensando che potessimo accordarci col Pd ha sbagliato a sceglierci. E la prossima volta è meglio che voti qualcun altro”. Se ancora esistessero dei dubbi, ha ribadito Beppe Grillo quella che è la sua posizione: no a qualsiasi tipo di dialogo sulla linea dell’ormai famoso “vaffa”. Vaffa per tutti dunque, ma è questa anche la posizione di tutto il MoVimento? Di tutti i suoi parlamentari e di tutti coloro che chi li hanno votati? Per quel che se ne sa, per quel che si vede e in tutta onestà le rispettive risposte sono: un Sì, un Quasi e un No.

Sì: il MoVimento, M5S è senza fatica con Grillo e Casaleggio. Senza fatica e naturalmente convinto e certo che la sua missione sia restare incontaminati e che questa sia la pre condizione senza la quale il sistema non muta davvero. Sì dunque di M5S al rifiuto delle “foglie di fico” messe dai partiti a mascherare le loro vergone. Comunque si chiamino, dovunque vogliano installarsi, alle Camere, al Quirinale, al governo.

Quasi: i parlamentari eletti con M5S sono quasi tutti con la testa e con il cuore, d’istinto e di ragione con la “linea” Grillo-Casaleggio. I trenta o addirittura quaranta dissidenti più o meno organizzati sono o almeno appaiono una confezione della stampa, una proiezione dei desideri della stampa, un gentile omaggio della stampa a se stessa.

No: non tutti gli elettori, i votanti M5S sono soddisfatti e convinti un mese e mezzo quasi dopo aver così votato. L’identikit, l’ideal tipo di colui/colei che secondo Grillo “ha sbagliato a votarci” è quello di un elettore/elettrice che votando Grillo ha pensato e voluto “spostare”. Spostare la sinistra veramente a sinistra o almeno così pensava dovesse essere fatto. Spostare la politica e spostare le cose. Spostare, svegliare, smuovere. E nati altri verbi e azioni politiche chiedeva e ha chiesto con quel voto. Non però il mettersi sulla riva del fiume e aspettare che passi il cadavere, anzi i cadaveri, della casta, dei partiti, delle istituzioni, del sistema. C’è un elettore M5S, un tipo di elettore M5S, quello che secondo Grillo “ha sbagliato voto”, che teme che tra i tanti cadaveri in passaggio alla fine ci sia anche…il suo.

Affidandosi alla matematica gli elettori che hanno sbagliato non sono pochi: otto milioni i cittadini che hanno votato per Grillo, una milionata e rotti di questi hanno sbagliato voto? A prescindere dalla correttezza o meno della scelta di non tenerne conto, viene da chiedersi chi sono questi elettori distratti o meglio demolitori riluttanti. Non alla ricerca dei loro nomi e cognomi per carità, ma per comprendere quello che è il loro identikit politico.

Un buon esempio per tentare di comprendere cosa avrebbe voluto chi ha sbagliato scegliendo Grillo, lo offre una lettera arrivata e pubblicata da La Stampa. Lettera di un elettore 5 stelle, reo confesso dal punto di vista del leader Grillo, che vorrebbe ora un accordo. E lo vorrebbe non solo perché è questa l’occasione per fare qualcosa, per provare a cambiare questo Paese, ma anche perché lo si deve a chi ha votato 5 Stelle come a tutti quelli che hanno fatto scelte diverse. Lo si deve ad un Paese che è in crisi e che ha bisogno di un governo per affrontare i mille problemi che gravano sull’Italia.

Questo pensa l’elettore sbagliato di Grillo. Ma la novità, se una ce n’è, è che questo punto di vista comincia ad emergere e soprattutto ad essere comunicato al mondo esterno anche tra e dai parlamentari grillini. Tommaso Currò, ad esempio, dopo aver espresso i suoi dubbi in una riunione interna, li ha ribaditi a La Stampa.

“I giorni passano. E il Paese soffre. Non possiamo permetterci di perdere tempo. Di aspettare tre mesi per poi tornare a votare. Le piccole e medie imprese non ce la fanno più. Non amo i toni drammatici, ma qui è una questione di vita o di morte. Ogni giorno ci sono imprenditori che si tolgono la vita e migliaia di persone perdono il posto. Non si può stare ad aspettare lo sfascio”.
Che si deve fare?
“Discutere. Intervenire. Sarebbe tutto più facile se il Pd avesse la forza di rinunciare a Bersani”.
Il modello Sicilia?
“Il modello Sicilia. Con in più la fiducia. Riflettiamoci”.
Niente esecutivo a Cinque Stelle?
“Non credo che siamo pronti per governare da soli, bisogna avere la forza di riconoscerlo. Ci serve una nave scuola. Il Movimento ha una forza straordinaria. Una grande energia. E ha spostato l’asse del dibattito politico. Quello che è successo è meraviglioso. Abbiamo un’occasione storica”.

Parole simili a quelle della collega Mara Mucci, che le cronache raccontano aver lasciato la suddetta riunione in lacrime, anche se la diretta interessata smentisce: “Una parte degli eletti del Movimento riteneva che fosse il caso di fare una proposta per un governo di altissimo profilo”. “Il Paese ci chiede una svolta, una proposta di governo ci vuole”.

Rappresentazione, Currò e Mucci, di quella fetta di elettori che seguendo la logica del leader fondatore hanno sbagliato a scegliere i 5 Stelle. Di quegli elettori che votando per Grillo speravano di poter pesare sulla politica, magari facendo diventare il centrosinistra un po’ più sinistra o semplicemente contando che, con il loro peso parlamentare, avrebbero potuto portare avanti dei progetti, delle riforme. Idee sensate apparentemente che però a casa Grillo vengono tradotte con un singolo sostantivo: inciucio. Per gli ortodossi del 5 stellismo qualsiasi non solo accordo, ma anche semplice dialogo, è sinonimo di vecchia politica, di trucchi e di inganni.

Il dato che non va trascurato è  però quello che riguarda l’altra fetta dell’elettorato, la gran maggioranza degli elettori M5S, quelli che, per dirla con Grillo, “non hanno sbagliato voto”. Quei milioni di persone che hanno votato Grillo per raggiungere il 100%, sposando tutte le posizioni del loro leader come una fede che non si discute, comprese quelle sostenute da Casaleggio che prevede per il mondo come lo conosciamo una fine abbastanza rapida. Sono molti, molti di più di “quelli che hanno sbagliato voto”. Eppure, se qualcuno ha sbagliato a votare M5S, parola di Grillo che se ne intende, se ne ricorderà la prossima volta che si vota?