Invasione Middle class: da 2 a 5 mld in 20 anni. Sempre più cinesi e indiani

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 17 Luglio 2013 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
Middle class boom: da 2 a 5 mld in 20 anni. Sempre più cinesi e indiani

Foto Lapresse

ROMA – Middle class sempre più asiatica. Oggi “pesa” per circa due miliardi, tra meno di 20 anni, nel 2030, arriverà a cinque. Sono i numeri della classe media mondiale che nel giro dei prossimi due decenni crescerà vertiginosamente arrivando a comprendere 5 degli 8 miliardi di esseri umani che in quella data popoleranno il pianeta. Una crescita letteralmente spaventosa che sarà gravida di conseguenze, economiche e politiche, oltre che sociali. Un’enorme opportunità per chi saprà sfruttarla da una parte ma anche una potenziale “bomba” sociale dall’altra.

Il calcolo sull’aumento della middle class è stato fatto dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, e considera classe media quella fascia di popolazione compresa tra i 10 e i 100 dollari di reddito giornaliero, valutato a seconda del differente potere d’acquisto delle monete locali. Teatro e casa della nuova classe media saranno, come è facile immaginare, i paesi emergenti, Cina ed India su tutti.

All’aumentare dei “membri” della middle class corrisponderà un aumento altrettanto significativo del potere d’acquisto di questa e dei miliardi di dollari da questa spesi. Oggi, la classe media mondiale, spende circa 21 mila miliardi di dollari l’anno. Nel 2030 questa cifra salirà oltre i 50 mila miliardi: nella regione Asia Pacifico si passerà dagli odierni 4.900 miliardi a quasi 33 mila, nell’America Centrale e Meridionale da 1.500 a 3.300, in medio oriente e nell’Africa del Nord da 900 miliardi a 2.200, nell’Africa sub sahariana da 400 a 600, in America del Nord resterà sostanzialmente invariata passando da 5.500 a 5.600 e in Europa lieviterà da 8.100 a 11.100 miliardi.

Numeri che da soli basterebbero a comprendere come in questa rivoluzione sia insita un’enorme occasione per aziende ed economie di interi stati che avranno a disposizione una platea di consumatori mai vista sinora. Ma se questo, come scrive Danilo Taino sul Corriere della Sera,

“significa che stiamo entrando nella fase due, quella della raccolta che segue la semina” per quanto riguarda la globalizzazione dei mercati, e anche vero che come tutte le rivoluzioni anche questa non sarà probabilmente indolore.

Una classe media mondiale di una tale mole, specialmente in paesi che sinora di classe media ne hanno avuto poca e niente, oltre a significare uno sbocco per i consumi, significherà anche enormi cambiamenti sociali e politici. Dal punto di vista sociale i cittadini emergenti, e non solo consumatori, cominceranno come già stiamo vedendo ad esempio in Brasile, ad essere maggiormente consci dei propri diritti e cominceranno a rivendicare servizi dallo Stato all’altezza in tema di sanità, istruzione e via dicendo. Passaggio questo che come dimostrano le violente manifestazioni di Rio, San Paolo e delle altre città brasiliane non è affatto indolore.

Dal punto di vista politico poi la nascita di un nuovo elettorato consapevole potrebbe cambiare gli assetti politici di diverse zone del globo modificando, di conseguenza, gli equilibri geo politici. Quella che si profila è quindi una vera e propria rivoluzione e, quale direzione prenderà, dipenderà dagli attori che la vivranno.