Italia: 78% sì “muro” nostro a migranti, 77% no muro ungherese. Target sbologno

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 26 Giugno 2015 - 13:15 OLTRE 6 MESI FA
Foto d'archivio

Foto d’archivio

ROMA – Contrari ai muri, ma a meno che non siano da fare qui. La politica-opinione dell’italiano medio nei confronti dei migranti la si può sintetizzare così, con questa formula, che assume un contorno quasi comico ora che siamo noi, gli italiani medi, a lamentarci con l’Europa perché non vuole condividere il problema. E non è un caso se l’accordo appena concluso in materia viene nei titoli definito “al ribasso”.

Siamo contrari ai muri, come quello che vuole costruire il conservatorissimo premier Viktor Orban in Ungheria, giudicato dalla maggioranza degli intervistati Ipsos “assolutamente ingiusto”. Quella stessa maggioranza che però, interrogata su qual è il modo migliore per affrontare il tema migranti, risponde con la triade tenerli lì-respingerli-esercito. Una maggioranza quindi che boccia tout court l’idea di un muro, a patto però che sia partorito da un governo straniero mentre, al contrario, sul suolo patrio il muro è disposta a farlo in varie forme e modi. Per la serie quando i problemi sono degli altri bisogna essere umani ed accoglienti ma, quando sono nostri, a quel paese le buone maniere. Grottesco contrappasso l’Europa che ora che chiediamo aiuto e condivisione tende a rispondere con un malcelato ‘arrangiatevi’.

“E’ molto contenuta – scrive Elena Tebano sul Corriere della Sera – la quota di coloro che sono a favore dell’accoglienza dei rifugiati, solo il 16%. ‘La maggior parte vuole frenare il fenomeno e infatti le due opzioni più radicali, cioè quelle di attuare respingimenti e addirittura di adottare misure di tipo militare per contrastare l’immigrazione illegale, ottengono insieme circa il 40% dei consensi’ spiega ancora Comodo (Luca Comodo, direttore del dipartimento politico-sociale di Ipsos). A cui si aggiunge un altro 39% che vorrebbe piuttosto ‘trattenere e identificare gli immigrati nei Paesi di partenza’. Un risultato che non sembra essere influenzato neppure dai ripetuti appelli all’accoglienza di Papa Francesco negli ultimi giorni”. Somma il tutto e i favorevoli a fare “muro” italiani anti migranti sono il 78% degli intervistati.

Guarda caso la stessa percentuale, per la precisione il 77% di coloro che sanno che l’Ungheria progetta muro anti migranti con la Serbia boccia e condanna il muro ungherese. C’è coerenza, non sembra ma c’è. Perché opinione pubblica, politica (di destra, sinistra e centro e leghista e grillina), amministratori e governi centrali e locali e brava gente comune su una cosa sono stati finora d’accordo: sbolognarli i migranti, sbolognarli altrove. Quindi, se l’obiettivo è sbolognarli è coerente che noi si faccia muro e gli altri no.

D’altra parte siamo il Paese in cui, sinora, l’immigrazione è stata gestita con una formula molto ‘all’italiana’. Una formula condivisa più o meno da tutti, dalla politica di maggioranza e d’opposizione come dalla ‘gente’ e anche e persino dai ladri. La formula del ‘ti salvo e t’accolgo, e poi accidenti, mi sei scappato, magari alla’estero’. Un mix in grado di accontentare le coscienze di chi pensa che l’accoglienza sia un dovere senza la fatica di dover integrare davvero e con l’occasione, diventata nota negli ultimi mesi, di come su questo si potessero far affari sporchi e soldi “meglio che con la cocaina” (copyright Mafia Capitale).

Una formul, quella tu sbarchi, io ti tengo, non guardo, mi scappi, vai all’estero, magari su di te ci rubo e ingrasso, venuta meno non per un rigurgito di sana amm8inistrazione dell’Italia, ma per l’azione congiunta di diversi fattori, non ultima l’inchiesta Mafia Capitale, e non solo, che sta facendo luce su una gestione criminale dell’accoglienza. E poi per il numero di migranti che sta arrivando, un numero difficile da gestire e che ci ha messo nelle condizioni di chiedere aiuto all’Europa che però, a questo punto, ha reso evidente la nostra gestione allegra.

Europa che non fa certo una figura migliore, è infatti di questa mattina l’accordo raggiunto sul tema migranti, accordo che le cronache descrivono in questo modo: “Si litiga furiosamente a Bruxelles sul piano europeo per ripartire tra i Ventotto 40mila migranti sbarcati in Italia e Grecia e altri 20mila rifugiati nei campi Unhcr in Africa. I governi dell’Europa orientale fanno blocco, cercano di affondare il pacchetto chiamato a far crescere politicamente l’Unione nel nome della solidarietà. Matteo Renzi, insieme ad Angela Merkel e François Hollande, è durissimo contro il blocco dell’Est guidato da Polonia, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. Ma va in scena anche uno scontro istituzionale ai massimi livelli con un inedito litigio tra il numero uno della Commissione ed autore del piano, Jean Claude Juncker, e il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk. Alla fine, intorno alle due e mezza del mattino, la fumata bianca. Arriva un compromesso che Renzi commenta così: “Si poteva fare di più, ma è un primo passo e sono contento che l’Europa riconosca che il problema della migrazione è di tutti”. Ma la drammaticità del negoziato viene confermata da un diplomatico di lungo corso secondo il quale “lo spirito di questo vertice è stato uno dei peggiori che si siano vissuti da decenni”.