Per la fantasia di grandi e piccini supereroe si aggira per l’Europa: Karl Marx

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 21 Agosto 2012 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Karl Marx eroe dei fumetti. Caduta l’Unione Sovietica, con la Cina che ha ormai poco a che fare con il socialismo e con Cuba come ultimo improbabile baluardo, l’autore del Manifesto del Partito Comunista sta vivendo una seconda giovinezza. Dove? In Europa. Non come filosofo o teorico del socialismo però, ma come personaggio di libri e fumetti, talvolta nei panni di una sorta di Sherlock Holmes e talvolta come educatore/fantasma. La riscoperta del filosofo di Treviri passa però anche attraverso pubblicazioni più “serie” ed eventi accademici, come quelli organizzati dall’università Luiss. Un ritorno di fiamma per il “vecchio” Karl figlio anche, forse inconsapevolmente, dei limiti che il capitalismo sta mostrando in questi ultimi tempi.

Merito soprattutto della crisi economica e dei movimenti come Occupy Wall Street quello di aver tirato fuori dalla naftalina Karl Marx, caduto nel dimenticatoio da almeno 30 anni, come antidoto da contrapporre a certi eccessi del neoliberismo. Una volta ripescato però, Marx, non è tornato con Il Capitale o Il Manifesto del Partito Comunista a spopolare, sono ora libri e fumetti che lo vedono protagonista.

Punta di diamante di questo marxismo disegnato – racconta La Stampa – è un libretto made in France e rivolto ai più piccini, con i testi del filosofo della scienza Ronan de Calan e le sfarzose illustrazioni di Donatien Mary. Il fantasma di Karl Marx (tr. it. Isbn, pp. 64, € 12,50) è una favola per bambini che narra in maniera frizzante – in un tripudio iconografico pieno di echi visivi della pittura russa (da Chagall a Malevic) e delle avanguardie storiche – biografia e opere del filosofo della lotta di classe e del plusvalore. Una sorta di catechismo rivoluzionario (ineccepibile dal punto di vista dottrinario) che vale anche come manuale ‘contro’ di spiegazione del funzionamento dei principi e degli arcani dell’economia di mercato; e che si conclude con il protagonista, il finto fantasma di Marx (nascosto sotto un lenzuolo per celarsi agli occhi delle polizie segrete dell’intera Europa che gli danno la caccia), acerrimo avversario del sig. Das Kapital (industriale in cilindro e farfallino che fuma voluttuosi sigari), pronto, dopo avere incendiato il continente con la sua predicazione anticapitalista, a salpare alla volta degli Stati Uniti, dove ha un appuntamento con Miss Wall Street Panic.

Per quanto destinato ai più piccoli questo testo conserva, almeno in parte, il messaggio e il contenuto del pensiero marxista, che invece scompare quasi del tutto in altre pubblicazioni. Come in quelle dove Marx, accompagnato dal fido Engels, è una sorta di incrocio tra Dylan Dog e Sherlock Holmes. Marx si aggira per l’Europa del XIX secolo, tra lupi mannari delle foreste boeme e ‘incontri con uomini straordinari’ (da Bakunin a Garibaldi), ritrovandosi impegnato nella risoluzione di una serie di crimini: ovvero il Marx & Engels, investigatori. Il filo rosso del delitto (Nuovi Equilibri, pp. 256, euro 16) di Dario Piccotti e Alvaro Torchio – già autori del precedente Marx ed Engels: indagini di classe (Rubbettino), in cui la ‘strana coppia’ era alle prese, invece, con vampiri, sedute spiritiche e illusionisti.

Questa singolare riscoperta non riguarda però solamente Marx, ma tutto il comunismo novecentesco: da Nino mi chiamo (Feltrinelli) di Luca Paulesu a Cena con Gramsci di Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini (Becco Giallo), da Castro di Rheinard Kleist (Black Velvet) a Dimenticare Tiananmen di Davide Reviati (Becco Giallo), sino a Gli anni dello Sputnik di Baru (Coconino Press-Fandango) e a Que viva el Che Guevara di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso (Becco Giallo).

Ma l’interesse per Marx, nato da problemi reali quale la perdurante crisi, ha anche degli sbocchi meno “pop”. L’università Luiss ha ospitato infatti, in questi ultimi anni, un seminario permanente proprio su Marx che ha visto alternarsi pressoché tutti i principali studiosi italiani di filosofia politica, e anche parecchi giovani, a testimonianza di questo ritorno di interesse.