Longevità: dimmi che età hai, in che città vivi e ti dirò quanto campi…ancora

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 19 Marzo 2014 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA

nonnoROMA – Dimmi in che città abiti e ti dirò quanto vivrai. L’aspettativa di vita per gli italiani è in continua crescita ma, come rivelano i dati Istat, varia da territorio a territorio e da città a città. E varia in funzione delle condizioni del clima e dell’inquinamento, ma anche dell’accessibilità alle cure, della qualità del servizio sanitario e della fascia sociale cui si appartiene. A Milano ad esempio, un trentenne di oggi può ragionevolmente contare di avere davanti a se ancora 51 anni di vita, 55.6 se si tratta di una donna trentenne. Mentre a Roma, per lo stesso trentenne, l’aspettativa si ferma a 50.2 anni, 54.5 per le donne della stessa età. Quindi Milano batte Roma in longevità di circa un anno, a Milano si campa di più.

Navighiamo tra le tabelle pubblicate da La Repubblica, riguardano nove città italiane: Milano, Torino, Bologna, Roma, napoli, Firenze, Genova, Bari e Palermo. Le donne vivono di più degli uomini ma la differenza era di 5,8 anni, ora è calata a 5,1 anno. Il luogo tra questi dove un ventenne maschio ha minore aspettativa di vita è Napoli, solo 58 contro i 59,9 di Roma e i 60 e passa di Milano e Torino. A seconda della città in cui vive un novantenne oscilla tra i 3,9 anni di vita ancora da vivere e i 4,5. Se donna, la novantenne di anni ne ha ancora quattro e mezzo di media.

E a ottanta anni, quanti ne rimangono? Una decina se sei donna, tra i sette e gli otto se sei uomo, record 8,4 a Bari. Settanta anni compiuti? Maschio a Firenze te ne restano 15,4. A Palermo 14,2, a Bologna 15, a Roma 14,7. Se sei donna settantenne mettine in conto altri 18, a meno che tu non viva a Napoli o Palermo dove  mettine in conto solo 16. Per i maschi sessantenni l’aspettativa di vita è di altri 22/23, per le donne sessantenni di altri  26/27 con punta di eccellenza a Firenze. A 50 anni ne hai davanti altri 31/32 se maschio, a Napoli però solo 29,4. Se donna cinquantenne gli anni ancora da allineare sono circa 35/36. E a 40 anni compiuti si è davvero alla metà della vita media nelle città italiane, ai maschietti restano circa altri 41 anni, alle femminucce circa 45.

“Dopo averla definita rivoluzione grigia – scrive su Repubblica Maria Novella De Luca -, ormai i demografi la chiamano rivoluzione bianca. Rappresentazione cromatica di una quarta età di ottanta-novantenni in discreta buona salute, che sovvertiranno radicalmente la società italiana negli anni a venire. Se si pensa che la metà dei neonati venuti alla luce nel 2007 avrà concrete possibilità di vivere fino a centoquattro anni, è evidente come il sogno (non sempre felice) della longevità secolare, sia ormai qualcosa di tangibile, di statisticamente rilevante. Basta scorrere le nuove tabelle dell’Istat sulla mortalità della popolazione italiana per accorgersi, anno dopo anno, quanto si siano allungate le speranze di vita. In cinque anni ad esempio i maschi sono passati da una media di 78,6 anni a 79,6, e le donne da 83,9 a 84,4. Insomma quasi un anno a testa, e non poco. (…) ‘Siamo di fronte ad una rivoluzione demografica che è un traguardo dell’umanità, ma rischia di far saltare i sistemi pensionistici, la sanità, le reti di welfare’, avverte Letizia Mencarini, professore di Demografia all’università di Torino. (…) ‘Il sistema americano da questo punto di vista è un esempio nitido e terribile – spiega la Mencarini -: tra gli anziani sopravvive a lungo soltanto chi ha soldi. In Europa invece grazie ai servizi sanitari pubblici la terza età, e adesso la quarta, sono state tutelate ‘democraticamente’’.

Passando dal generale al particolare, si scopre che i più “fortunati” sono gli abitanti di Bologna, Firenze e Bari mentre, i più “sfortunati”, sono i napoletani. I ventenni che oggi abitano in una delle tre città “migliori” possono infatti contare su un’aspettativa di vita di 61.2 anni a Firenze e a Bari mentre, per i bolognesi, l’asticella si ferma a 60.8, comunque non male. Male, molto male invece per i ventenni napoletani che possono contare su soli 58 anni di aspettativa. Migliori, in tutti i casi, le cifre che riguardano le donne. Le ventenni fiorentine hanno davanti a loro ancora 65.7 anni, le baresi 65.6 e le bolognesi 65.5. Le napoletane, invece, appena 62.7.

Le proiezioni prendono in esame tutte le fasce d’età, a partire da chi oggi ha 20 anni e sino a chi oggi è già a quota 90, e da queste elaborano le diverse aspettative. A Roma, chi oggi a 20 anni ha di fronte a se altri 59.9 anni, 64.4 se si tratta di una donna. I quarantenni capitolini invece 40.6 anni, nel caso degli uomini, e 44.7 le donne. Ma anche chi ha 80 anni può guardare con fiducia al futuro, 8.1 gli anni su cui possono contare gli uomini e 9.8 le donne.

Meglio va ai milanesi dove i ventenni hanno di fronte a se oltre 60 anni: 60.7 gli uomini e 65.5 le donne. 41.3 l’aspettativa per i quarantenni di Milano e 45.7 per le donne. Ed anche all’ombra della madonnina gli ottantenni possono contare di tagliare il traguardo dei 90: 10.3 l’aspettativa rimanente per le donne, 8.1 per gli uomini.